Consulenza scientifica
DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE: GIOVANISSIMI COLPITI DA NUOVE PATOLOGIE
Quando si parla di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione si pensa immediatamente all’anoressia o alla bulimia, ma esistono forme ancora più subdole e all’apparenza meno gravi come l’ortoressia o la vigoressia.
Si riscontra sempre più tra i giovani e non solo, un’ossessione morbosa per la perfezione che si traduce in piani di allenamento fisico molto intensi e schemi alimentari rigidi e carenti dal punto di vista nutrizionale.
I filtri e i canoni di bellezza proposti dai social non fanno che alimentare il senso di inadeguatezza che ossessiona molto spesso chi è affetto da questo genere di disturbi.
L’ORTORESSIA E LA VIGORESSIA: COSA SONO?
L’ortoressia, non ancora catalogata nella nuova edizione del DSM-5, incide sulla sfera relazionale, emotiva e corporea dell’individuo che sostituisce la dimensione di piacere e il senso di soddisfazione procurato dal cibo con quello per l’attenzione rigida e accurata delle regole di un piano alimentare.
Altra forma emergente soprattutto fra i giovani, catalogata nel DSM-5, è la vigoressia, che si manifesta con una preoccupazione eccessiva per il proprio aspetto fisico, per i muscoli e in generale per le forme del corpo portandolo a seguire piani di allenamento molto frequenti e intensi o a consumare steroidi nonché grandi quantità di proteine con il rischio di danni metabolici, renali e cardiovascolari.
L’ECCESSIVA ATTENZIONE ALL’ASPETTO FISICO PUÒ INDURRE ALLA MALATTIA
Le sindromi più frequenti di DNA sono ormai molto lontane dai casi classici e più conosciuti di Anoressia Mentale, Bulimia Nervosa o disturbo da Alimentazione incontrollata. Negli ultimi dieci anni, ma soprattutto negli ultimi 3, sono comparsi nella popolazione adulta e giovanissima disturbi alimentari legati a comorbidità psichiatriche, forme purtroppo estremamente severe e difficili da trattare.
Patologie che se non riconosciute in tempo e non curate in modo appropriato possono diventare croniche, con conseguenti costi altissimi per l’individuo, per la famiglia e per la società. I filtri bellezza proposti dagli algoritmi social, mode culturali pericolose focalizzate sull’aspetto fisico e su modelli alimentari ritenuti salutari non aiutano sicuramente in questo, anzi costituiscono fattori di rischio rilevanti e spiegano perché alcune categorie siano particolarmente esposte all’insorgenza di disturbi alimentari che esprimono in realtà un malessere identitario profondo.
L’ESPERTA: LA FAMIGLIA INDISPENSABILE ALLEATA PER PREVENIRE E CURARE
“È importante lavorare sul sostegno che le famiglie possono dare nell’individuare precocemente tali malattie attraverso l’osservazione di cambiamenti fisici importanti e di comportamenti alimentari disturbati come restrizioni, abbuffate, selettività alimentare, ma anche iperattività fisica ed insoddisfazione corporea, preoccupazione esagerata per il cibo e per il peso, isolamento sociale, sbalzi d’umore e la tendenza a evitare alcuni contesti sociali e conviviali legati ai pasti” – spiega la Dottoressa Barbara Paolini, che aggiunge: “Solo con un attento lavoro multidisciplinare si può arrivare a una diagnosi precoce del disturbo e del suo trattamento. Sono necessarie campagne di prevenzione sui DNA intensive ed estese anche al mondo della scuola e dello sport. La pandemia da Covid-19 ha purtroppo amplificato l’insorgenza di questi fenomeni, l’isolamento non ha certamente aiutato, per questo la comunità scientifica deve attrezzarsi per affrontarli. La diagnosi ed il trattamento appropriato dei DNA sono oggi un’esigenza prioritaria e non sono più prorogabili”.
BIBLIOGRAFIA
- Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana IV revisione (LARN) 2014
- Linee guida per una sana alimentazione – revisione 2018
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