Consulenza scientifica
LA VITAMINA K1 E K2
I composti naturali che rientrano nel gruppo della vitamina K sono il fillochinone (vitamina K1) e i menachinoni (vitamina K2). La prima è quella che si assume attraverso gli alimenti, prevalentemente vegetali a foglia verde, mentre la K2 deriva dalla produzione endogena svolta dai batteri intestinali oppure da alcuni alimenti di origine animale.
La vitamina K1 è principalmente coinvolta nei processi di coagulazione del sangue, essendo un co-fattore degli enzimi attivatori di sostanze fondamentali, come la protrombina ed i fattori VII, IX e X, che regolano la corretta della coagulazione del sangue e consentono la normale rigenerazione delle ferite.
La vitamina K2, invece, è legata alla funzionalità dell’osteocalcina a livello dell’osso: per questo motivo è fondamentale per la regolazione del metabolismo osseo, per la prevenzione dell’osteoporosi e svolge anche importanti effetti protettivi nei confronti delle malattie cardiovascolari, riducendo la calcificazione a livello vascolare.
VITAMINA K: DOVE TROVARLA
La maggior fonte di vitamina K è rappresentata dal gruppo alimentare degli ortaggi, in particolare da verdure a foglia verde quali:
- broccoli
- lattuga
- spinaci
- bieta
- cavoli
- indivia
È inoltre presente anche nella soia e nell’olio di oliva. Da questi alimenti si ricava vitamina K1.
Invece, la vitamina K2 è presente in piccole quantità anche in alimenti come
- prodotti fermentati, come yogurt e formaggi
- tuorlo d’uovo
- fegato
- burro
Il fabbisogno per la popolazione adulta, secondo i LARN, è di circa 140-170 μg al giorno.
L’ESPERTA: PREVIENE FRATTURE E AIUTALA SALUTE DELLE OSSA
“Oltre al già noto ruolo della vitamina K nella coagulazione del sangue, negli ultimi anni sono aumentati gli studi in merito al ruolo giocato da questa sostanza nella prevenzione delle fratture e nel mantenimento di una discreta salute ossea. Inoltre è anche implicata nella patogenesi di patologie a basso grado di infiammazione, come malattie cardiovascolari e disturbi neuro-cognitivi“. Indica il dottoressa Giulia Tavella, che spiega: “Per tale motivo, è fondamentale seguire una dieta completa, varia ed equilibrata, ricca di vegetali, che permetta di garantire il soddisfacimento dei fabbisogni di vitamina K. Inoltre, per i neonati, è raccomandata la supplementazione profilattica di vitamina K al fine di prevenire emorragie spontanee”.
ATTENZIONE ALLA CARENZA DI VITAMINA K
la carenza di vitamina K, purché rara, può comportare seri problemi alla corretta coagulazione del sangue e può manifestarsi con emorragie anche gravi. Nella maggior parte dei casi, questa carenza è determinata da malassorbimento della vitamina a livello intestinale, utilizzo di farmaci anticoagulanti, malattie epatiche oppure a causa di nutrizione artificiale parenterale.
Altri effetti della carenza, come dimostrato da numerosi studi, si possono manifestare a livello del tessuto osseo, dove si riscontra un aumento della fragilità e quindi del rischio di fratture.
Al contrario, trattandosi di una vitamina liposolubile e quindi accumulabile, l’ipervitaminosi può essere causata, in primis, da una supplementazione vitaminica esagerata con conseguente comparsa di sintomi quali vomito, nausea, trombosi, anemia, sudorazione profusa e vampate di calore.
BIBLIOGRAFIA
- CREA – Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione. Linee guida per una sana alimentazione, dossier scientifico. 2018
- IEO – Banca Dati di composizione degli Alimenti (BDA)
- SINU, Società Italiana di Nutrizione Umana. LARN – Livelli di Assunzione di RIferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana. IV Revisione. A cura di: SINU-INRAN. Milano: SICS Editore, 2014
- Tsugawa N, Shiraki M. Vitamin K Nutrition and Bone Health. Nutrients. 2020 Jul;12(7):1909
- Simes DC. Viegas CSB, Araujo N, Marreiros C. Vitamin K as a diet supplement with impact in human health: Current evidence in age-related diseases. Nutrients. 2020 Jan;12(1):138
- Mihatsch WA, Braegger C, Bronsky J, et al. Prevention of Vitamin K Deficiency Bleeding in Newborn Infants: a Position Paper by the ESPGHAN Committee on Nutrition. J Pediatr Gastroenterol Nutr. 2016 Jul;63(1):123-9
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