TEST SUL MICROBIOTA INTESTINALE: NUOVE LINEE GUIDA

I test sul microbiota intestinale sono strumenti promettenti, ma attualmente privi di un valore clinico consolidato. Gli esperti raccomandano che questi test siano sempre supervisionati da un medico specialista, evitando il fai da te. Le nuove linee guida pubblicate su Lancet Gastroenterology & Hepatology evidenziano l'importanza di rispettare standard di qualità nei laboratori, evitare interpretazioni fuorvianti come gli indici di disbiosi e garantire una comunicazione dei risultati chiara e accurata. Scopri di più con i medici di Cibum dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese

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Consulenza scientifica

Massimo Vincenzi

Medico specialista in Medicina Interna, Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, Scienza dell'Alimentazione e Medicina dello Sport. Responsabile del servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva della San Pier Damiano Hospital, Faenza (Ravenna). Vicesegretario Nazionale dell'Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica. Coordinatore dei Gruppi di Studio e dell'Area Web dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica ADI. Membro dell'American Gastroenterological Association (AGA) e Fellows ship dell'American Gastroenterological Association (AGAF). Componente dell’Editorial Committee del Mediterranean Journal of Nutrition and Metabolism.

LE NUOVE LINEE GUIDA DEGLI ESPERTI E GLI ERRORI DA EVITARE

Negli ultimi anni, l’interesse verso i test per il microbiota intestinale è cresciuto in modo esponenziale. Il microbiota, ovvero la comunità di batteri, virus e funghi che convivono nel nostro organismo, in particolare nell’intestino, svolge un ruolo cruciale nel mantenimento della nostra salute. Tuttavia, l’analisi del microbiota è ancora un campo di ricerca sperimentale, e l’utilizzo di questi test in ambito clinico è oggetto di dibattito.

Recentemente, un documento pubblicato su Lancet Gastroenterology & Hepatology ha tracciato una serie di linee guida per regolamentare l’uso di questi test, sottolineando come siano necessari standard elevati di qualità e la supervisione di medici specialisti. Gli esperti mettono in guardia contro il fai da te e contro l’uso improprio dei risultati dei test, che rischia di portare a diagnosi fuorvianti e trattamenti non appropriati.

Vediamo nel dettaglio cosa sono i test per il microbiota, quali sono i loro limiti attuali e le raccomandazioni fornite dagli esperti.

COS’È IL MICROBIOTA E PERCHÉ È IMPORTANTE

Il termine microbiota si riferisce all’insieme di miliardi di microrganismi – batteri, virus, funghi e protozoi – che vivono all’interno e sulla superficie del nostro corpo. Ogni distretto corporeo ospita un microbiota specifico, con una composizione unica e funzioni mirate. Il microbiota intestinale è quello più studiato in ambito scientifico, in quanto coinvolto in numerosi processi fisiologici cruciali, tra cui la digestione, la regolazione del sistema immunitario e il metabolismo.

Il microbiota intestinale è formato da oltre 100 trilioni di microrganismi, un numero che supera di gran lunga quello delle cellule umane presenti nel nostro corpo. Questi microrganismi convivono in uno stato di simbiosi con l’ospite umano: da un lato, l’intestino fornisce loro un ambiente ricco di nutrienti; dall’altro, il microbiota svolge funzioni essenziali per la salute, influenzando equilibri biologici e funzioni vitali.

I principali ceppi batterici presenti nel microbiota intestinale appartengono a quattro grandi phyla:

  • Firmicutes
  • Bacteroidetes
  • Actinobacteria
  • Proteobacteria

La diversità e l’equilibrio di queste comunità batteriche sono fondamentali per garantire un buono stato di salute.

RUOLI PRINCIPALI DEL MICROBIOTA INTESTINALE

Il microbiota intestinale svolge numerose funzioni fondamentali per il benessere generale dell’organismo. Tra le principali:

  • Digestione e assorbimento dei nutrienti
    I microrganismi intestinali aiutano a scomporre alcuni componenti alimentari, come le fibre, che non possono essere digeriti dagli enzimi umani. Questo processo porta alla produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA), che hanno effetti benefici sul metabolismo e sulla salute intestinale.
  • Produzione di vitamine
    Il microbiota è coinvolto nella sintesi di alcune vitamine essenziali, tra cui:
    • Vitamina K (importante per la coagulazione del sangue)
    • Vitamine del gruppo B (coinvolte in molteplici processi metabolici)
  • Regolazione del sistema immunitario
    Il microbiota gioca un ruolo chiave nella modulazione del sistema immunitario, favorendo la tolleranza verso i microrganismi “buoni” e aiutando l’organismo a difendersi da patogeni. Inoltre, la presenza di una flora batterica sana riduce il rischio di infiammazioni croniche.
  • Protezione contro i patogeni
    Il microbiota intestinale agisce come una barriera naturale contro i batteri patogeni, impedendone la proliferazione. Questo meccanismo viene definito resistenza alla colonizzazione.
  • Influenza sull’equilibrio metabolico
    Studi recenti hanno dimostrato che il microbiota può influenzare il metabolismo energetico, il peso corporeo e il rischio di sviluppare malattie metaboliche come diabete e obesità.

TEST SUL MICROBIOTA: COSA DICONO LE NUOVE LINEE GUIDA

Nonostante le potenzialità della ricerca sul microbiota, gli esperti mettono in guardia dall’utilizzo indiscriminato dei test disponibili sul mercato. Il documento pubblicato su Lancet Gastroenterology & Hepatology sottolinea diversi punti critici e propone una serie di raccomandazioni fondamentali:

  • I test attuali non hanno un valore clinico certo:
    Gli esperti spiegano che i test sul microbiota oggi disponibili sono strumenti sperimentali, e il loro utilizzo clinico è ancora lontano dall’essere validato. Attualmente non esistono standard condivisi per interpretare i risultati in modo affidabile.
  • Supervisione clinica indispensabile:
    Qualsiasi test sul microbiota dovrebbe essere prescritto e supervisionato da un medico. Gli esperti scoraggiano fortemente il fai da te, ovvero l’acquisto diretto di test da parte dei consumatori senza il coinvolgimento di uno specialista. Un medico è essenziale per interpretare correttamente i risultati ed evitare che il paziente prenda decisioni sbagliate, come modificare la propria dieta o interrompere trattamenti.
  • Standard di qualità e accreditamento:
    I laboratori che eseguono test sul microbiota dovrebbero rispettare rigorosi standard di qualità ed essere soggetti a un sistema di accreditamento. Inoltre, sarebbe opportuno che dietro ogni fornitore di test ci fosse un team multidisciplinare di specialisti, tra cui medici, biologi e nutrizionisti, per garantire l’affidabilità dei risultati.
  • Informazioni cliniche aggiuntive:
    Durante la fase di raccolta dei campioni, è fondamentale acquisire anche informazioni sulla storia medica del paziente, il suo stile di vita e le sue abitudini alimentari. Questi dati sono essenziali per contestualizzare i risultati e per evitare errori di interpretazione.

RISCHI DEL FAI DA TE E DEGLI INDICI DI DISBIOSI

Uno degli aspetti più controversi riguarda il concetto di disbiosi, ovvero un’alterazione dell’equilibrio del microbiota. Spesso i report dei test includono un indice di disbiosi, che viene utilizzato per indicare uno squilibrio nella flora intestinale. Tuttavia, gli esperti avvertono che questo concetto è ancora scientificamente indefinito.

  • La disbiosi non ha un significato clinico chiaro:
    Gli studiosi spiegano che non esiste un consenso univoco su cosa rappresenti esattamente la disbiosi e su come misurarla. Parlare di indici di disbiosi può essere fuorviante, portando pazienti e medici a conclusioni errate.
  • Rilevazione dei microrganismi importanti per la salute:
    Piuttosto che utilizzare indici di disbiosi, i test dovrebbero concentrarsi sulla rilevazione di specifici microrganismi che hanno un impatto sulla salute umana, come i bifidobatteri, i lattobacilli o i clostridi, fornendo un quadro più chiaro della composizione microbica.

COME DOVREBBERO ESSERE COMUNICATI I RISULTATI?

Uno dei punti fondamentali delle linee guida elaborate dagli esperti riguarda la comunicazione dei risultati dei test sul microbiota. La fase di reporting è cruciale per evitare che pazienti e professionisti della salute traggano conclusioni errate o interpretino i dati in modo fuorviante. Secondo gli studiosi, il modo in cui i risultati vengono presentati deve essere chiaro, completo e facilmente interpretabile, evitando eccessive semplificazioni e termini scientificamente poco definiti, come quello di disbiosi.

Ecco le principali raccomandazioni fornite dagli esperti per garantire che i report siano utili ed efficaci.

INFORMAZIONI ESSENZIALI DA INCLUDERE NEI REPORT

I risultati dei test sul microbiota intestinale devono riportare una serie di informazioni essenziali per garantire un’interpretazione corretta da parte del medico e, indirettamente, del paziente. Secondo le linee guida, un report accurato dovrebbe contenere:

  • Protocolli di analisi utilizzati
    È importante che il report specifichi quale metodologia è stata utilizzata per l’analisi del microbiota. Ad esempio:
    • Sequenziamento del DNA tramite tecniche come 16S rRNA sequencing
    • Metagenomica shot-gun
    • Colture batteriche tradizionali
    Questo è fondamentale per capire l’affidabilità dei risultati e il grado di dettaglio dell’analisi.
  • Composizione microbica rilevata
    Il report deve fornire un profilo dettagliato della comunità microbica rilevata nel campione analizzato. In particolare, dovrebbe indicare:
    • Principali ceppi batterici identificati
    • Percentuali relative di ciascun batterio rispetto al totale
    • Eventuale presenza di patogeni o microrganismi benefici noti per influenzare la salute umana.
    È essenziale che queste informazioni siano fornite in un linguaggio scientifico ma comprensibile, evitando l’uso di termini complessi che potrebbero confondere il paziente.
  • Interpretazione del significato clinico dei risultati
    Un altro punto chiave è che il report dovrebbe includere un’interpretazione chiara del significato clinico dei risultati. Tuttavia, gli esperti mettono in guardia contro interpretazioni semplicistiche o automatizzate, come l’assegnazione di un indice di disbiosi o consigli dietetici personalizzati.Gli esperti specificano che il concetto di disbiosi è ancora scientificamente incerto e non esiste un consenso unanime su come quantificarlo. Pertanto, includere nei report frasi come “alto livello di disbiosi” potrebbe essere fuorviante e spingere i pazienti a intraprendere trattamenti inutili o dannosi.

COSA EVITARE NELLA COMUNICAZIONE DEI RISULTATI

Gli esperti sottolineano che molti test attualmente disponibili sul mercato includono raccomandazioni automatiche, che possono risultare pericolose o non basate su evidenze scientifiche. Tra gli errori più comuni da evitare ci sono:

  • Utilizzo di indici di disbiosi
    Come già menzionato, il termine disbiosi è privo di una definizione clinica chiara e condivisa. Attualmente non esistono criteri standardizzati per stabilire cosa rappresenti un microbiota in equilibrio e cosa, invece, debba essere considerato alterato.Parlare di “disbiosi” senza un consenso scientifico può portare a diagnosi errate e a interventi terapeutici inutili.
  • Consigli personalizzati basati sui risultati
    Molte aziende che offrono test sul microbiota includono nei report consigli alimentari personalizzati o suggerimenti sull’uso di integratori probiotici. Gli esperti scoraggiano fortemente questa pratica, in quanto priva di basi scientifiche solide.I pazienti potrebbero erroneamente modificare la loro dieta o assumere supplementi senza la supervisione di un medico, aumentando il rischio di peggiorare la loro condizione.
  • Termini complessi o tecnici difficili da interpretare
    I report devono essere facilmente comprensibili anche per chi non ha una formazione medica. L’uso di termini troppo tecnici o di classificazioni batteriche poco note potrebbe confondere il paziente, rendendo difficile comprendere il significato dei risultati.

COME PRESENTARE I RISULTATI IN MODO EFFICACE

Per garantire che i report siano utili e comprensibili, gli esperti raccomandano che la comunicazione dei risultati segua alcune linee guida pratiche:

Cosa includereCosa evitare
Metodo di analisiIndici di disbiosi senza basi scientifiche
Profilo dettagliato del microbiotaConsigli dietetici automatizzati
Interpretazione clinica chiaraTerminologia complessa o non spiegata
Spiegazione del significato dei risultatiRaccomandazioni senza supervisione clinica

BIBLIOGRAFIA

  1. Ianiro G, Tilg H, Gasbarrini A. Gut microbiota: recent advances in clinical practice. The Lancet Gastroenterology & Hepatology, 2020.
  2. Thursby E, Juge N. Introduction to the human gut microbiota. British Journal of Nutrition, 2017.
  3. Zuo T, Ng SC. The gut microbiota in the pathogenesis and therapeutics of inflammatory bowel disease. Frontiers in Microbiology, 2018.

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