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SALUTE DELLE OSSA E IL RUOLO DEL SELENIO: COSA CI DICONO GLI STUDI RECENTI
La salute delle ossa subisce un progressivo deterioramento con l’avanzare dell’età, caratterizzato da una riduzione della densità minerale ossea e un aumento delle fratture. Nelle donne, il fattore principale di questo declino è la diminuzione degli estrogeni circolanti durante la menopausa, che porta a un’attività osteoclastica aumentata e a un eccesso di riassorbimento osseo rispetto alla formazione. Decenni dopo, il declino della forza muscolare e la riduzione dell’equilibrio incrementano la frequenza delle cadute, aggravando ulteriormente il rischio di fratture.
IL LEGAME TRA NUTRIZIONE E SALUTE DELLE OSSA
Le osservazioni scientifiche mostrano correlazioni tra l’età, la salute delle ossa e diversi nutrienti. Tuttavia, determinare se queste associazioni siano causali rimane complesso. La diminuzione dell’apporto calorico globale con l’età e la fragilità, accompagnata da una riduzione del peso corporeo, influenza la salute scheletrica. Inoltre, le interazioni tra molteplici nutrienti complicano ulteriormente l’identificazione dei fattori causali.
Alcuni studi determinano assunzioni “ottimali” di nutrienti basandosi su osservazioni semplici, senza prove rigorose di causalità. Questo ha portato a pubblicazioni che denunciano carenze dietetiche diffuse, talvolta senza un adeguato supporto scientifico.
Le associazioni nutrizionali osservate vengono spesso confermate da esperimenti di laboratorio, che però devono garantire la rilevanza dei risultati in condizioni simili a quelle umane. Effetti in vitro o su animali possono non riflettere accuratamente le condizioni reali se i livelli di nutrienti differiscono da quelli della popolazione umana.
SELENIO E SALUTE OSSEA: COSA SAPPIAMO?
Il selenio, un oligoelemento essenziale, è stato associato alla salute delle ossa in alcuni studi. Questo minerale svolge funzioni biologiche attraverso le selenoproteine, che includono enzimi come la glutatione perossidasi, attivi in percorsi antiossidanti e anti-infiammatori.
Un recente studio randomizzato e controllato, pubblicato su The Lancet Healthy Longevity da Jennifer Walsh e colleghi, ha testato per la prima volta il possibile ruolo del selenio sulla salute ossea. In questa ricerca di 6 mesi, 120 donne in postmenopausa sono state suddivise in gruppi che hanno ricevuto placebo o selenito di sodio (50 μg o 200 μg al giorno). Il principale parametro di studio era un marker biochimico del riassorbimento osseo, mentre altri indicatori comprendevano densità minerale ossea, performance fisica e biomarcatori infiammatori.
RISULTATI DELLO STUDIO
I risultati hanno mostrato che il selenio non ha avuto un effetto significativo sulla maggior parte dei parametri, tranne un lieve miglioramento dell’1% nella densità spinale con la dose di 50 μg, non replicato con la dose maggiore. Questo suggerisce che il selenio potrebbe non avere un ruolo determinante nella salute ossea generale.
Uno degli aspetti cruciali di questa ricerca riguarda i livelli basali di selenio nel siero delle partecipanti, che erano inferiori al range ottimale (79 μg/L in media) ma raramente associati a disfunzioni enzimatiche. Ciò potrebbe spiegare l’assenza di cambiamenti significativi nei marcatori biologici dopo la supplementazione.
COSA POSSIAMO CONCLUDERE?
Questo studio evidenzia che il selenio non è un “tonico” generale per la salute ossea, ma non esclude la possibilità che possa essere utile in individui con gravi carenze (ad esempio, livelli di selenio inferiori a 40 μg/L). Un parallelo utile è rappresentato dalla vitamina D, che mostra effetti significativi solo in caso di carenze cliniche gravi come l’osteomalacia.
Questi risultati sottolineano l’importanza di condurre studi mirati su popolazioni carenti di specifici nutrienti, al fine di valutare meglio l’impatto delle integrazioni alimentari. Sebbene non giustifichino la supplementazione di selenio nella popolazione anziana generale, lasciano aperta la porta a ulteriori indagini sul suo ruolo nella biologia ossea.
BIBLIOGRAFIA
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