DOLCIFICANTI A BASSO INDICE GLICEMICO

Quando leggiamo le etichette dei prodotti alimentari, spesso ci imbattiamo in nomi complessi o poco familiari. Molte volte, questi nomi si riferiscono agli additivi alimentari, sostanze aggiunte per migliorare il gusto, la consistenza o la conservazione di un prodotto. Tra gli additivi più comuni, troviamo i polioli, una categoria di dolcificanti che merita attenzione per le sue caratteristiche particolari. Scopri con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese cosa sono e come inserirli correttamente nella tua alimentazione

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Consulenza scientifica

Giulia Tavella

Dottore in Dietistica. Ha conseguito la laurea triennale in Dietistica nel 2018 e laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione nel 2021. Svolge attività libero professionale, occupandosi di educazione alimentare e nutrizione per patologia. Si occupa da sempre con maggiore attenzione dell’alimentazione per la salute della donna. Socia Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI).

POLIOLI: CARATTERISTICHE

Con il termine polioli (o polialcoli) ci si riferisce ad un gruppo di composti chimici appartenente alla classe dei carboidrati, presenti in natura o sintetizzati chimicamente, caratterizzati da tante proprietà diverse. In primis, si tratta di dolcificanti con un più basso valore energetico rispetto allo zucchero. Inoltre sono acariogeni (cioè non favoriscono la formazione di carie dentali), hanno un minor indice glicemico e presentano proprietà osmotiche a livello intestinale, con conseguente effetto lassativo per il colon. Vediamo quali sono i più comuni:

  • Sorbitolo: si trova naturalmente in mele e pere, ma a livello industriale si ricava dall’amido di mais o di frumento. Ha un potere dolcificante pari al 60% dello zucchero bianco.
  • Mannitolo: molto utilizzato nella preparazione di alimenti per diabetici, come eccipiente di medicinali e, soprattutto, come lassativo ad effetto osmotico.
  • Maltitolo: sempre ottenuto dall’amido di mais o frumento ed ha un potere edulcorante del 70-80% rispetto allo zucchero. È ideale per preparare dolci “senza zucchero”, in quanto lascia una sensazione cremosa.
  • Xilitolo: noto anche come zucchero del legno, deriva principalmente da legno e paglia, ma è presente anche in fragole, lamponi e prugne in piccole quantità. Tra i polioli, è quello con potere dolcificante maggiore, eguagliabile allo zucchero e, in più, dà un effetto rinfrescante che lo rende ideale per caramelle e chewing gum.
  • Eritritolo: naturalmente presente in frutta, verdura e formaggio oppure ottenuto industrialmente dai carboidrati, ha un potere dolcificante pari al 60% rispetto allo zucchero. È minimamente metabolizzato dal nostro organismo, tanto da apportare quasi zero calorie e non influenzare la glicemia. Inoltre, tra tutti, è quello meglio tollerato a livello intestinale.

Caratteristiche dei dolcificanti:


Potere dolcificanteKcal / gIndice glicemico
Glucosio0,54,0100
Fruttosio1,5-1,84,019-23
Saccarosio1,04,061-65
Lattosio0,2-0,44,046
Sorbitolo (E420)0,62,69
Mannitolo (E421)0,5-0,721,60
Maltitolo (E965)0,5-0,93,032-52
Xilitolo (E967)1,03,07-13
Eritritolo (E968)0,70,20
Miele0,7-1,1304 (kcal /100 g)55
Stevia200-30000
Aspartame (E951)2004,00
Acesulfame K (E950)20000
Sucralosio (E955)60000
sorbitolo-dolcificanti

POLIOLI: UNA VALIDA ALTERNATIVA ALLO ZUCCHERO

Indubbiamente, i polioli rappresentano delle validissime alternative allo zucchero classico per molti motivi:

  • Basso apporto energetico: avendo un ridotto potere calorico rispetto al saccarosio, i polioli permettono di ridurre l’assunzione di energia, risultando utili in caso di sovrappeso o obesità.
  • Salute orale: sono acariogeni, cioè non causano la formazione di carie dentali, a differenza di zucchero o miele e, per questo, sono particolarmente utili nei bambini.
  • Indice glicemico e insulinemico: tutti i polioli rientrano nelle classi più basse di indice glicemico (inferiore a 55), cioè inducono un aumento trascurabile dei livelli di glucosio nel sangue e, allo stesso tempo, non stimolano la produzione di insulina.
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L’ESPERTA: ADATTI PER CHI SOFFRE DI DIABETE

“Queste caratteristiche rendono i polioli adatti anche in caso di diabete e sindrome metabolica“. Indica il dottoressa Giulia Tavella, che afferma: “Inoltre, grazie alle loro proprietà di consistenza (“effetto massa”), possono essere facilmente sostituiti allo zucchero nella preparazione di dolci o altre ricette casalinghe: in particolare il maltitolo è quello che presenta le caratteristiche più simili al tradizionale zucchero da cucina.”

dolcificanti-cucina-ricette

ATTENZIONE, CONSUMI ECCESSIVI PORTANO AD UN EFFETTO LASSATIVO

In alcuni casi, però, i polioli possono rivelarsi potenzialmente dannosi per l’organismo. Innanzitutto, se assunti in quantità eccessive (superiori a 35-40g al giorno), possono avere un effetto osmotico e lassativo, richiamando acqua a livello intestinale e causando sintomi come gonfiore, flatulenza e diarrea.

Mentre l’eritritolo è molto ben tollerato, questi effetti sono provocati principalmente da sorbitolo, maltitolo e mannitolo e si evidenziano maggiormente in coloro che soffrono di sindrome dell’intestino irritabile (IBS, Inflammatory Bowel Syndrome). Queste persone, infatti, dovrebbero seguire una dieta a ridotto contenuto di FODMAPs (Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi Fermentabili e Polioli, Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols).

BIBLIOGRAFIA

  1. Chattopadhyay S, Raychaudhuri U, Chakraborty R. Artificial sweeteners – a review. J Food Sci Technol 2014
  2. Livesey G. Health potential of polyols as sugar replacers, with emphasis on low glycaemic properties. Nutr Res Rev. 2003
  3. Varju P, Farkas N, Hegyi P, et al. Low fermentable oligosaccharides, disaccharides, monosaccharides and polyols (FODMAP) diet improves symptoms in adults suffering from irritable bowel syndrome (IBS) compared to standards IBS diet: a meta-analysis of clinical studies. Plos One
  4. Lenhart A, Chey WD. A systematic review of the effects of polyols on gastrointestinal health and irritable bowel syndrome. Adv Nutr. 2017

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