NUTRIZIONE: PRIMA INFANZIA ED ALLERGIE

I primi 1000 giorni di vita di un bambino, a partire dal concepimento fino all'età di due anni, sono fondamentali per quanto riguarda il rischio di malattie allergiche. Questo lasso di tempo, relativamente breve, ha effetti per tutta la vita sul rischio che l'individuo sviluppi malattie immuno-mediate come asma, diabete o malattie infiammatorie intestinali. E, in particolar modo, sull’importante aumento sia dell'incidenza che della prevalenza delle malattie allergiche. Scopri di più con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

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Consulenza scientifica

Barbara Paolini

Medico dietologo e direttore dell’UO di Dietetica e Nutrizione Clinica presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Senese. Professore all'Università di Siena. Presidente Nazionale Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI).

I FATTORI PREDISPONENTI

L’importanza del background genetico, cioè una storia familiare di malattie allergiche, è nota da molti anni.

Inoltre fattori ambientali come inquinamento, cambiamento delle condizioni di vita, alimentazione ed esposizione ai farmaci contribuiscono allo sviluppo di malattie allergiche.

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LE PROTEINE DEL SIERO DEL LATTE

Rispetto alle proteine integre, le proteine del siero di latte parzialmente idrolizzate rappresentano un “carico allergenico” significativamente più basso. Contengono peptidi bioattivi e modulano il sistema immunitario.

Gli idrolizzati parziali, in condizioni di laboratorio, differiscono per la dimensione del peptide, l’allergenicità residua e lo sviluppo della tolleranza.

La sensibilizzazione parziale all’idrolizzato sembra non indurre sintomi indotti dal siero di latte, pur verificandosi una sensibilizzazione.

L’aumento delle popolazioni di cellule regolatrici nel sistema immunitario sistemico e la prevenzione dell’aumento dei linfociti T helper 1 (Th1) totale e dei linfociti T helper 17 (Th17) attivato negli organi immunitari intestinali potrebbero contribuire alla soppressione dei sintomi allergici. La sensibilizzazione può verificarsi anche attraverso il contatto della pelle con le proteine del latte vaccino.

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IL MICORBIOTA

La composizione nella prima infanzia del microbiota gastrointestinale (GI) è un altro fattore di grande importanza che influenza il rischio di sviluppare malattie allergiche. Un microbioma gastrointestinale bifidogeno può ridurre il rischio di sviluppare malattie allergiche.

Il ruolo della modalità di nascita (parto naturale o cesareo) come fattore di rischio per la malattia allergica è dibattuto e può dipendere dalla diversità del microbiota gastrointestinale.

LATTE MATERNO O LATTE ARTIFICIALE?

Alimentare i neonati con latte artificiale nel primo mese di vita e, a seguire, con l’allattamento al seno aumenta, comunque, il rischio di sviluppare l’allergia al latte vaccino (CMA). Allo stesso modo, dovrebbe essere scoraggiato il consumo dei latticini durante la gravidanza o l’allattamento.

L’Accademia europea di allergie e immunologia clinica (EAACI) ha concluso nel 2021 che non vi era alcuna raccomandazione a favore o contro l’uso di integratori vitaminici, olio di pesce, prebiotici, probiotici o sinbiotici in gravidanza, durante l’allattamento o durante l’infanzia; alterare la durata esclusivamente dell’allattamento al seno.

Le proteine del latte vaccino intatte dovrebbero essere evitate durante la prima settimana di vita.

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SCELTE NUTRIZIONALI NEI PRIMI ANNI DI VITA

Gli operatori sanitari dovrebbero essere istruiti sull’importante ruolo delle scelte dietetiche nella modulazione del microbiota intestinale a fini sia preventivi che terapeutici. Il mantenimento di un microbiota intestinale sano, attraverso l’alimentazione e l’uso di integratori alimentari, potrebbe portare alla riduzione del rischio metabolico associato a stili di vita pericolosi.

Pertanto, poiché non vengono segnalati effetti avversi, si potrebbe anche considerare che ci sono prove che l’alimentazione con proteine idrolizzate non è dannosa e che alcuni benefici non possono essere esclusi.

BIBLIOGRAFIA

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