Consulenza scientifica
I FATTORI PREDISPONENTI
L’importanza del background genetico, cioè una storia familiare di malattie allergiche, è nota da molti anni.
Inoltre fattori ambientali come inquinamento, cambiamento delle condizioni di vita, alimentazione ed esposizione ai farmaci contribuiscono allo sviluppo di malattie allergiche.
LE PROTEINE DEL SIERO DEL LATTE
Rispetto alle proteine integre, le proteine del siero di latte parzialmente idrolizzate rappresentano un “carico allergenico” significativamente più basso. Contengono peptidi bioattivi e modulano il sistema immunitario.
Gli idrolizzati parziali, in condizioni di laboratorio, differiscono per la dimensione del peptide, l’allergenicità residua e lo sviluppo della tolleranza.
La sensibilizzazione parziale all’idrolizzato sembra non indurre sintomi indotti dal siero di latte, pur verificandosi una sensibilizzazione.
L’aumento delle popolazioni di cellule regolatrici nel sistema immunitario sistemico e la prevenzione dell’aumento dei linfociti T helper 1 (Th1) totale e dei linfociti T helper 17 (Th17) attivato negli organi immunitari intestinali potrebbero contribuire alla soppressione dei sintomi allergici. La sensibilizzazione può verificarsi anche attraverso il contatto della pelle con le proteine del latte vaccino.
IL MICORBIOTA
La composizione nella prima infanzia del microbiota gastrointestinale (GI) è un altro fattore di grande importanza che influenza il rischio di sviluppare malattie allergiche. Un microbioma gastrointestinale bifidogeno può ridurre il rischio di sviluppare malattie allergiche.
Il ruolo della modalità di nascita (parto naturale o cesareo) come fattore di rischio per la malattia allergica è dibattuto e può dipendere dalla diversità del microbiota gastrointestinale.
LATTE MATERNO O LATTE ARTIFICIALE?
Alimentare i neonati con latte artificiale nel primo mese di vita e, a seguire, con l’allattamento al seno aumenta, comunque, il rischio di sviluppare l’allergia al latte vaccino (CMA). Allo stesso modo, dovrebbe essere scoraggiato il consumo dei latticini durante la gravidanza o l’allattamento.
L’Accademia europea di allergie e immunologia clinica (EAACI) ha concluso nel 2021 che non vi era alcuna raccomandazione a favore o contro l’uso di integratori vitaminici, olio di pesce, prebiotici, probiotici o sinbiotici in gravidanza, durante l’allattamento o durante l’infanzia; alterare la durata esclusivamente dell’allattamento al seno.
Le proteine del latte vaccino intatte dovrebbero essere evitate durante la prima settimana di vita.
SCELTE NUTRIZIONALI NEI PRIMI ANNI DI VITA
Gli operatori sanitari dovrebbero essere istruiti sull’importante ruolo delle scelte dietetiche nella modulazione del microbiota intestinale a fini sia preventivi che terapeutici. Il mantenimento di un microbiota intestinale sano, attraverso l’alimentazione e l’uso di integratori alimentari, potrebbe portare alla riduzione del rischio metabolico associato a stili di vita pericolosi.
Pertanto, poiché non vengono segnalati effetti avversi, si potrebbe anche considerare che ci sono prove che l’alimentazione con proteine idrolizzate non è dannosa e che alcuni benefici non possono essere esclusi.
BIBLIOGRAFIA
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