L'IMPATTO DELL’INVECCHIAMENTO BIOLOGICO E DEI CIBI ULTRA-PROCESSATI SULLA SALUTE

Evitare o ridurre il consumo di cibi ultra-processati può rallentare l'invecchiamento biologico, preservando la lunghezza dei telomeri e supportando le funzioni cognitive. Promuovere una dieta ricca di alimenti freschi e minimamente trasformati, come quelli tipici della Dieta Mediterranea, è essenziale per proteggere la salute nel lungo periodo e migliorare la qualità dell'invecchiamento. Scopri di più con i medici di Cibum dell'Azienda ospedaliero-universitaria Senese

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Consulenza scientifica

Barbara Martinelli

Dottore in Dietistica. Ha conseguito la laurea triennale in dietistica nel 2014; laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione nel 2016. Lavora presso l’UOSA Dietetica e Nutrizione Clinica dell’AOU Senese. Relatore in numerosi congressi in ambito nutrizionale e docente nei corsi per il personale dell’AOU Senese.

L’allungamento della vita media ha stimolato la ricerca scientifica sull’invecchiamento e su possibili metodi per mitigarne o rallentarne gli effetti. Esistono vari tipi di invecchiamento: quello cronologico, legato al passare del tempo, e quello biologico, che riguarda l’invecchiamento funzionale e fisiologico dell’organismo. Questa distinzione è essenziale, poiché l’età cronologica non riflette sempre le condizioni effettive di salute. Lo studio sull’invecchiamento biologico ha individuato meccanismi centrali, come l’infiammazione, il metabolismo dei lipidi e dei carboidrati e la omeostasi, che potrebbero costituire obiettivi molecolari di interventi anti-aging futuri.

INVECCHIAMENTO BIOLOGICO E STILE DI VITA

L’invecchiamento biologico può variare notevolmente tra persone della stessa età cronologica, suggerendo che fattori come alimentazione e stili di vita abbiano un peso decisivo. Solo una piccola percentuale delle variazioni dell’invecchiamento è attribuibile a fattori genetici; i fattori ambientali, come dieta e stile di vita, risultano influenzare molto di più. Diete sane, come la Dieta Mediterranea, mostrano effetti positivi su diversi marcatori biologici dell’invecchiamento – inclusi funzioni cognitive, lunghezza dei telomeri e metilazione del DNA. Al contrario, una dieta pro-infiammatoria – spesso ricca di carni lavorate, zuccheri aggiunti e cereali raffinati – è associata a un invecchiamento biologico accelerato.

COSA SONO GLI ULTRA-PROCESSATI E PERCHÉ SONO DANNOSI

I cibi ultra-processati (UPF) sono prodotti industriali formulati per aumentare la palatabilità e incentivare il consumo attraverso combinazioni di ingredienti calorici e additivi chimici. Tipicamente, gli UPF hanno una bassa qualità nutrizionale, essendo ricchi di zuccheri aggiunti, sale e grassi saturi, ma poveri di fibre, vitamine e minerali. Questo tipo di alimenti, secondo studi recenti, ha un impatto negativo sulla salute umana che va oltre la loro carente composizione nutrizionale: infatti, il loro effetto negativo è dovuto in parte al livello elevato di lavorazione che subiscono. La classificazione NOVA ipotizza che il grado di processamento degli alimenti, piuttosto che solo la composizione, possa influenzare negativamente la salute.

I QUATTRO GRUPPI DELLA CLASSIFICAZIONE NOVA

  • Alimenti non trasformati o minimamente trasformati: Comprendono cibi freschi come frutta, verdura, carne, latte e uova, nonché quelli che hanno subito una lavorazione minima, come il taglio o la refrigerazione. Questi alimenti sono ricchi di nutrienti essenziali e sono alla base di una dieta sana.
  • Ingredienti culinari trasformati: Includono prodotti come olio, zucchero, e sale, ottenuti tramite processi industriali semplici (es. estrazione, raffinazione) e utilizzati per preparare cibi fatti in casa. Anche se sono spesso necessari per la cucina, dovrebbero essere consumati con moderazione.
  • Alimenti trasformati: Comprendono prodotti come pane, formaggio, olive in salamoia e frutta secca tostata. Questi alimenti sono stati modificati tramite metodi come la salatura, la fermentazione o la cottura, ma restano relativamente semplici e mantengono il loro valore nutrizionale. Possono essere consumati regolarmente, ma all’interno di una dieta equilibrata.
  • Cibi ultra-processati (UPF): Si tratta di prodotti che hanno subito numerosi processi industriali, con l’aggiunta di ingredienti non presenti nelle cucine domestiche, come aromi, coloranti, emulsionanti e additivi. Esempi includono snack confezionati, bibite zuccherate, pranzi pronti e molti dolci industriali. Gli UPF sono formulati per avere una lunga durata di conservazione e un’alta palatabilità, spesso a discapito del valore nutrizionale e con effetti negativi sulla salute.

La classificazione NOVA è importante perché sottolinea come non solo la composizione nutrizionale, ma anche il grado di lavorazione possa influenzare la salute. Numerosi studi collegano il consumo di cibi ultra-processati a un aumento del rischio di malattie croniche come obesità, diabete, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro. La dieta mediterranea basata principalmente su alimenti freschi e minimamente trasformati, rappresenta l’esempio di come una dieta ricca di cibi poco lavorati possa supportare una vita sana e longeva.

La classificazione NOVA rappresenta un approccio innovativo che va oltre il semplice conteggio delle calorie o dei macronutrienti, focalizzandosi sull’impatto che la lavorazione può avere sulla qualità alimentare e sulla prevenzione delle malattie.

CIBI ULTRA-PROCESSATI E INVECCHIAMENTO BIOLOGICO

Il legame tra il consumo di cibi ultra-processati (UPF) e l’invecchiamento biologico è un tema di crescente interesse nella ricerca scientifica. L’invecchiamento biologico si riferisce al processo di declino delle funzioni cellulari e tissutali, che avviene con il passare del tempo in base a fattori genetici e ambientali, come dieta e stile di vita. Questo tipo di invecchiamento differisce dall’età cronologica, che rappresenta semplicemente il numero di anni vissuti. L’invecchiamento biologico può essere accelerato o rallentato da fattori esterni, e oggi si ritiene che i cibi ultra-processati abbiano un impatto negativo su questo processo.

Effetti degli UPF sul Corpo e Invecchiamento Biologico

I cibi ultra-processati influiscono negativamente sull’invecchiamento biologico attraverso diversi meccanismi. Uno di questi è l’aumento dello stress ossidativo, che consiste nell’accumulo di radicali liberi – molecole instabili che danneggiano le cellule. Il consumo di UPF stimola l’eccessiva produzione di questi radicali a causa dei loro elevati livelli di zuccheri aggiunti, grassi saturi e sostanze artificiali. Lo stress ossidativo porta a danni cellulari e al degrado dei tessuti, contribuendo all’invecchiamento precoce.

Un altro meccanismo è legato all’infiammazione cronica di basso grado. Alcuni componenti degli UPF, come zuccheri raffinati e additivi, promuovono uno stato di infiammazione costante nel corpo, che interferisce con le funzioni cellulari e accelera l’invecchiamento. L’infiammazione cronica è associata a numerose malattie legate all’età, come malattie cardiovascolari, diabete e alcune forme di cancro.

Impatto degli UPF su Telomeri e DNA

Uno degli indicatori principali di invecchiamento biologico è la lunghezza dei telomeri, ovvero le estremità dei cromosomi che proteggono il DNA durante la divisione cellulare. I telomeri si accorciano progressivamente con l’età, e questo accorciamento è accelerato dallo stress ossidativo e dall’infiammazione cronica. Studi recenti hanno dimostrato che un alto consumo di UPF è associato a una lunghezza dei telomeri più corta. Questo significa che le cellule di chi consuma molti cibi ultra-processati tendono a invecchiare più velocemente, aumentando il rischio di malattie croniche e riducendo la durata della vita.

Declino Cognitivo e Cibi Ultra-Processati

Un aspetto importante dell’invecchiamento biologico è il declino cognitivo, che può essere accelerato dal consumo di UPF. L’assunzione frequente di questi alimenti è associata a una riduzione delle funzioni cognitive, come la memoria e la capacità di concentrazione. In particolare, studi condotti su popolazioni anziane hanno evidenziato che una dieta ricca di UPF è correlata con una maggiore probabilità di declino cognitivo e demenza. Questo effetto è attribuibile in parte all’infiammazione cronica e all’impatto negativo degli UPF sulla plasticità cerebrale e sulla salute neuronale.

L’importanza di Ridurre i Cibi Ultra-Processati

Evitare o ridurre il consumo di cibi ultra-processati può rallentare l’invecchiamento biologico, preservando la lunghezza dei telomeri e supportando le funzioni cognitive. Promuovere una dieta ricca di alimenti freschi e minimamente trasformati, come quelli tipici della Dieta Mediterranea, è essenziale per proteggere la salute nel lungo periodo e migliorare la qualità dell’invecchiamento.

IMPLICAZIONI PER LA SALUTE PUBBLICA E STRATEGIE PREVENTIVE

Alla luce di queste scoperte, limitare l’assunzione di alimenti ultra-processati diventa cruciale per le politiche di salute pubblica orientate alla prevenzione delle malattie legate all’invecchiamento. Le linee guida nutrizionali dovrebbero sottolineare l’importanza di ridurre il consumo di cibi ad alto grado di lavorazione, privilegiando alimenti freschi e naturali, ricchi di fibre, antiossidanti e grassi sani, come quelli presenti nella Dieta Mediterranea. Inoltre, programmi educativi e interventi nutrizionali mirati possono aiutare la popolazione a comprendere meglio i rischi legati ai cibi ultra-processati e a fare scelte alimentari consapevoli.

BIBLIOGRAFIA

  1. Monteiro CA, Cannon G, Levy RB, et al. Ultra-processed foods: what they are and how to identify them. Public Health Nutr. 2019.
  2. Fiolet T, Srour B, Sellem L, et al. Consumption of ultra-processed foods and cancer risk: results from NutriNet-Santé prospective cohort. BMJ. 2018.
  3. Julia C, Martinez L, Allès B, et al. Contribution of ultra-processed foods in the diet of adults from the French NutriNet-Santé cohort. Public Health Nutr. 2018.

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