IL GRASSO MUSCOLARE AUMENTA IL RISCHIO CARDIOVASCOLARE

Uno studio dimostra che il grasso muscolare è un forte indicatore di rischio cardiovascolare, superando il BMI. L’infiltrazione di grasso nei muscoli è legata a infiammazione e problemi nei vasi sanguigni del cuore, aumentando il rischio di infarti e insufficienza cardiaca. Tecniche avanzate di imaging consentono di misurarlo e individuare pazienti a rischio, migliorando diagnosi e prevenzione. Nuove terapie mirate, come l’esercizio fisico e trattamenti metabolici, offrono speranza per ridurre il rischio. Scopri di più con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

grasso_muscolare_cuore

Consulenza scientifica

Barbara Paolini

Medico dietologo e direttore dell’UO di Dietetica e Nutrizione Clinica presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Senese. Professore all'Università di Siena. Presidente Nazionale Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI).

IL GRASSO MUSCOLARE E IL SUO RUOLO NEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE

Una ricerca recente ha messo in evidenza un legame importante tra il grasso presente nei muscoli e il rischio di problemi al cuore e ai vasi sanguigni. Questo studio ha analizzato quasi 700 pazienti che presentavano sintomi di ischemia, cioè una riduzione del flusso di sangue al cuore, ma senza ostruzioni nelle arterie principali. Attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate per immagini, è stato possibile misurare con precisione il grasso che si trova tra le fibre muscolari, chiamato grasso intramuscolare (IMAT), confrontandolo con altri indicatori più comuni come il peso corporeo e l’indice di massa corporea (BMI).

I risultati hanno dimostrato che un eccesso di grasso muscolare è associato a un rischio maggiore di eventi gravi come infarti, insufficienza cardiaca e morte prematura. Questo tipo di grasso sembra essere più significativo del semplice sovrappeso o obesità, che vengono di solito misurati con il BMI. Il BMI, infatti, non distingue tra massa muscolare e grasso, né considera dove il grasso è distribuito nel corpo.

Ciò significa che persone con lo stesso peso corporeo possono avere rischi molto diversi a seconda di quanta infiltrazione di grasso c’è nei loro muscoli. Questo tipo di grasso sembra influenzare negativamente sia il funzionamento del cuore sia la circolazione del sangue, aumentando l’infiammazione e causando danni ai tessuti. Lo studio suggerisce che monitorare il grasso muscolare potrebbe aiutare a identificare con maggiore precisione chi è a rischio, soprattutto tra le persone in sovrappeso o obese che non mostrano altri segni evidenti di problemi cardiovascolari.

IL GRASSO MUSCOLARE E IL SUO LEGAME CON IL CUORE: COSA DICE LA SCIENZA

Lo studio ha rivelato che il grasso muscolare non è solo un indicatore del benessere fisico, ma può anche predire con precisione il rischio di gravi eventi cardiovascolari. Gli autori hanno analizzato come l’infiltrazione di grasso nei muscoli sia collegata alla ridotta capacità dei vasi sanguigni del cuore di funzionare correttamente, una condizione nota come disfunzione microvascolare. Questo problema, che riduce l’afflusso di sangue al cuore, è emerso come uno dei principali fattori di rischio per infarti, insufficienza cardiaca e mortalità prematura.

Il dato più interessante è che il grasso muscolare sembra essere un indicatore più affidabile del rischio rispetto al semplice peso corporeo o al BMI, spesso utilizzati in ambito medico. Il BMI, infatti, non tiene conto della qualità del tessuto corporeo, come la percentuale di grasso o muscolo, né della distribuzione del grasso. In altre parole, due persone con lo stesso BMI possono avere rischi cardiovascolari molto diversi se una ha più grasso nei muscoli rispetto all’altra.

Questo tipo di grasso, inoltre, ha mostrato di avere un effetto negativo indipendente, ovvero può aumentare il rischio cardiovascolare anche in assenza di altri fattori di rischio noti, come il colesterolo alto o la pressione alta. Questo lo rende un indicatore particolarmente utile per individuare persone che, pur non essendo classificate come ad alto rischio, potrebbero avere un futuro complicato da problemi al cuore.

L’IMPATTO DEL GRASSO MUSCOLARE SULLA SALUTE DEL CUORE

Uno degli aspetti più sorprendenti dello studio è che il grasso muscolare, più di altri tipi di grasso corporeo, ha un ruolo diretto nell’aumentare il rischio di problemi cardiaci. In particolare, i ricercatori hanno scoperto che ogni aumento dell’1% della quantità di grasso intramuscolare è associato a un incremento del 7% del rischio di eventi cardiovascolari gravi, come infarti o scompenso cardiaco. Questo effetto si verifica anche nelle persone con un peso considerato normale, dimostrando che il grasso muscolare può influire negativamente sulla salute a prescindere dal peso corporeo.

A differenza del grasso sottocutaneo o viscerale, che si accumula rispettivamente sotto la pelle o intorno agli organi interni, il grasso nei muscoli si infiltra tra le fibre muscolari, alterandone la funzione. Questo non solo peggiora la qualità dei muscoli stessi, ma può anche contribuire a uno stato di infiammazione cronica. L’infiammazione, a sua volta, può danneggiare i vasi sanguigni e il cuore, aumentando il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari anche in assenza di altri segni evidenti.

Questa scoperta mette in evidenza la necessità di andare oltre il semplice calcolo del peso o del BMI per valutare il rischio cardiometabolico. Analizzare la composizione corporea e, in particolare, il grasso muscolare potrebbe diventare un elemento chiave per prevenire patologie cardiovascolari, soprattutto in pazienti che, secondo gli standard attuali, non verrebbero considerati ad alto rischio.

NUOVI STRUMENTI PER VALUTARE IL RISCHIO CARDIOVASCOLARE

I risultati dello studio sottolineano l’importanza di utilizzare tecnologie avanzate per analizzare il grasso muscolare e migliorare la prevenzione dei problemi cardiaci. I ricercatori hanno utilizzato la tomografia computerizzata (CT) in combinazione con la tomografia a emissione di positroni (PET), una tecnica che consente di osservare con precisione la distribuzione del grasso corporeo. Questo approccio ha permesso di identificare in modo accurato il grasso intramuscolare e la sua relazione con il funzionamento dei vasi sanguigni del cuore.

Il vantaggio di queste tecniche è la loro capacità di fornire una visione più dettagliata della composizione corporea rispetto ai metodi tradizionali, come il BMI o la misurazione della circonferenza addominale. In questo modo, è possibile distinguere il grasso “nocivo”, come quello muscolare o viscerale, da quello meno pericoloso, come il grasso sottocutaneo. Questo tipo di analisi potrebbe essere particolarmente utile per identificare persone che, pur avendo un peso normale o leggermente elevato, presentano comunque un rischio significativo di sviluppare malattie cardiovascolari.

Questa nuova prospettiva diagnostica potrebbe trasformare il modo in cui vengono valutati i pazienti a rischio. Oltre alla prevenzione basata su fattori tradizionali, come colesterolo o pressione alta, sarà possibile adottare interventi più mirati su persone con infiltrazioni di grasso muscolare, migliorando così l’efficacia delle strategie di prevenzione e trattamento delle malattie cardiache.

NUOVE FRONTIERE NELLA PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE

I risultati dello studio aprono la strada a nuove strategie di prevenzione e trattamento per ridurre i rischi cardiovascolari legati al grasso muscolare. Interventi mirati, come programmi di esercizio fisico personalizzati e diete specifiche, potrebbero aiutare a ridurre l’infiltrazione di grasso nei muscoli, migliorandone la qualità e riducendo l’infiammazione. Inoltre, l’uso di farmaci innovativi, come i trattamenti a base di agonisti del recettore GLP-1, che favoriscono la perdita di peso e migliorano il metabolismo, potrebbe offrire benefici anche nella gestione del grasso intramuscolare.

Una delle implicazioni più significative è la possibilità di personalizzare le cure in base alla composizione corporea di ogni paziente. Piuttosto che affidarsi esclusivamente a misure generiche come il BMI, i medici potrebbero utilizzare strumenti di imaging avanzato per identificare con precisione i pazienti a rischio, anche tra coloro che non presentano segni evidenti di obesità o malattie cardiovascolari. Questo approccio potrebbe essere particolarmente utile per le donne e le persone più giovani, gruppi spesso trascurati dai modelli di valutazione del rischio tradizionali.

Guardando al futuro, lo studio evidenzia la necessità di ulteriori ricerche per comprendere meglio il ruolo del grasso muscolare nel contesto cardiometabolico. Sperimentazioni cliniche potrebbero approfondire l’efficacia di interventi come l’attività fisica, la modifica dello stile di vita e i trattamenti farmacologici nel ridurre il grasso muscolare e migliorare la salute cardiovascolare. In definitiva, affrontare il problema del grasso intramuscolare rappresenta una nuova frontiera nella lotta contro le malattie del cuore, offrendo speranza per una prevenzione più efficace e personalizzata.

TERAPIE E RUOLO DELL’ATTIVITÀ FISICA NELLA RIDUZIONE DEL RISCHIO

L’attività fisica e interventi mirati rappresentano strategie fondamentali per ridurre il grasso muscolare e migliorare la salute cardiovascolare. Programmi di esercizio regolare, come allenamenti aerobici combinati con esercizi di resistenza, possono aumentare la massa muscolare magra e ridurre l’infiltrazione di grasso nei muscoli, migliorando la qualità muscolare e la funzionalità dei vasi sanguigni. Questi benefici sono particolarmente rilevanti per persone in sovrappeso o obese, che possono non presentare rischi evidenti basati solo sul BMI.

A livello terapeutico, trattamenti farmacologici come gli agonisti del recettore GLP-1, utilizzati per il controllo del peso e il miglioramento del metabolismo, stanno emergendo come potenziali soluzioni per ridurre il grasso muscolare. Inoltre, interventi nutrizionali personalizzati, focalizzati su una dieta bilanciata e ricca di nutrienti anti-infiammatori, possono supportare ulteriormente la riduzione del grasso intramuscolare e promuovere una migliore salute cardiaca.

Infine, l’integrazione di esercizio fisico e interventi medici potrebbe rappresentare un approccio integrato per gestire i rischi cardiovascolari, garantendo non solo una riduzione del grasso muscolare, ma anche una prevenzione più efficace delle malattie cardiache a lungo termine.

BIBLIOGRAFIA

  1. Souza A.C.A.H., Troschel A.S., Marquardt J.P., et al. Skeletal muscle adiposity, coronary microvascular dysfunction, and adverse cardiovascular outcomes. European Heart Journal, 2024.
  2. Powell-Wiley T.M., Poirier P., Burke L.E., et al. Obesity and cardiovascular disease: a scientific statement. Circulation, 2023.
  3. Tsao C.W., Aday A.W., Almarzooq Z.I., et al. Heart disease and stroke statistics—2023 update. Circulation, 2023.
  4. Skeletal muscle adiposity, coronary microvascular dysfunction, and adverse cardiovascular outcomes. European Heart Journal. 2025

CONDIVIDI

Pensa alle persone che conosci, gli amici, la tua famiglia. Dai loro l’opportunità di stare bene, in salute. Condividi sui social quello che hai appena letto. Più condividi, più te ne saranno grati.

Lascia un commento

Devi loggarti per inserire un commento.