ESERCIZIO FISICO E CERVELLO: IL SEGRETO PER UNA MENTE ATTIVA

La pratica regolare dell’esercizio fisico favorisce l’aumento della materia cerebrale, migliorando memoria, apprendimento e gestione dello stress. Stimola il rilascio di neurotrasmettitori che aumentano il benessere psicofisico e mantengono la mente agile anche con l’avanzare dell’età. Integrare l'attività fisica nella routine quotidiana è fondamentale per la salute cognitiva e per potenziare le funzioni cerebrali legate al movimento e alle funzioni cognitive. Scopri come con i medici di Cibum dell'Università di Siena

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Consulenza scientifica

Barbara Martinelli

Dottore in Dietistica. Ha conseguito la laurea triennale in dietistica nel 2014; laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione nel 2016. Lavora presso l’UOSA Dietetica e Nutrizione Clinica dell’AOU Senese. Relatore in numerosi congressi in ambito nutrizionale e docente nei corsi per il personale dell’AOU Senese.

EFFETTI ANTI-ANSIA, ANTI-DEPRESSIVI E RITARDO DEL DECADIMENTO COGNITIVO

L’attività fisica riduce la gravità dei sintomi depressivi nella popolazione attiva rispetto a quella inattiva per un aumento dell’attività di neurotrasmettitori che influenzano l’umore e anche attenuando l’atrofia dell’ippocampo attraverso l’aumento di fattori neurotrofici e di crescita.

L’ippocampo, infatti, è la sede principale delle emozioni e della loro interazione con l’apprendimento e la memoria. Sappiamo anche che c’è una correlazione tra decadimento cognitivo e predisposizione a sintomi depressivi.

Dato che l’esercizio migliora le funzioni cognitive esso è quindi anche un antidoto contro la depressione e l’ansia. Questo vale anche, anzi a maggior ragione, per gli over 65.

Le ricerche in questo campo mostrano che l’aumento di materia grigia, osservato dopo un programma di attività motoria, dimezza il rischio di disturbi cognitivi e delle demenze senili come, per esempio, il morbo di Alzheimer.

Inoltre, l’attività fisica migliora la funzione motoria attenuando, per esempio, la progressione del morbo di Parkinson.

LA PREVENZIONE DEL SOVRAPPESO E DELL’OBESITÀ PREVIENE I DISTURBI COGNITIVI

I disturbi cognitivi della terza età sono più frequentemente presenti nelle persone con disturbi cardiocircolatori legate al sovrappeso e all’obesità. Recentemente è stato osservato che il sovrappeso e l’obesità sono associate a una riduzione, fra l’altro, del volume cerebrale nei lobi frontali e temporali, coinvolti nella memoria e nella pianificazione del comportamento in relazione all’apprendimento. Ciò potrebbe dipendere dall’inattività fisica, dai problemi circolatori, dall’ipertensione e dal diabete senile (che spesso accompagnano sovrappeso e obesità) e dalle alterazioni endocrine che possono associarsi a tali condizioni. L’esercizio fisico, oltre a una alimentazione sana e corretta, aiuta quindi a prevenire i fattori che favoriscono il decadimento cognitivo.

LA PRATICA REGOLARE DELL’ATTIVITÀ MOTORIA POTREBBE LIMITARE L’USO DI PSICOFARMACI?

Numerosi studi dimostrano che l’attività fisica ha effetti positivi non solo sulla memoria e sulle funzioni cognitive, ma anche sulla salute mentale. Praticare esercizio fisico con regolarità contribuisce a ridurre i sintomi di ansia e depressione lieve o moderata, grazie al rilascio di endorfine e serotonina, neurotrasmettitori fondamentali per il benessere emotivo.

Tuttavia, è essenziale sottolineare che, nei casi in cui i sintomi siano più intensi o persistenti, la terapia farmacologica deve essere valutata da uno specialista, il cui ruolo resta cruciale per individuare il trattamento più adatto a ogni persona. L’integrazione di un corretto approccio medico con uno stile di vita attivo può rappresentare una strategia efficace per migliorare la qualità della vita e il benessere psicofisico.

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GLI EFFETTI DELL’ATTIVITÀ FISICA SUL SISTEMA NERVOSO PRESENTANO DIFFERENZE DI GENERE?

Non si conoscono differenze di genere sugli effetti dell’esercizio sul sistema nervoso. Tuttavia, è noto che ci sono patologie, legate a disfunzioni del sistema nocicettivo in relazione allo stress cronico, che colpiscono molto di più il genere femminile.

Per esempio, il dolore muscolo scheletrico cronico diffuso, come la fibromialgia, è una patologia che riguarda, quasi esclusivamente, le donne e si associa spesso a sintomi depressivi. Anche in questi casi l’attività fisica, inserita in un programma di trattamento multidisciplinare, può dare un beneficio importante.

BIBLIOGRAFIA

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