Consulenza scientifica
L’ESPERTA: MEDICINA DI GENERE, GARANTIRE A TUTT* SALUTE
“Nell’ambito della visione attuale della medicina personalizzata, è indispensabile tener conto delle differenze di sesso (intese come differenze biologiche) e di genere (categoria socio-culturale di maschile e femminile) e certamente è importante farlo fin dalla prevenzione“. Indica la dottoressa Serenella Civitelli, che aggiunge: “La medicina di genere nasce proprio dalla osservazione che uomini e donne non hanno mai avuto un equo approccio perché sono stati storicamente trattati dalla scienza senza tener conto delle reciproche differenze e quasi tutte le conoscenze sono state ottenute basandosi sul modello maschile. Tuttavia, la medicina di genere non è, come molti ancora erroneamente credono, la medicina delle donne o una nuova specialità, ma un nuovo modo di guardare alle persone e di considerare il loro sesso, ed il loro genere, come determinanti di salute e di malattia al fine di garantire a tutt* il miglior soddisfacimento del proprio bisogno di salute”.
LA PREVENZIONE È SALUTE
La prevenzione delle malattie risponde al principale bisogno degli esseri umani, che consiste nel mantenersi in buona salute e nel non ammalarsi.
L’obiettivo si raggiunge agendo sui determinanti di salute, potenziando i fattori protettivi e rimuovendo i fattori di rischio. La loro conoscenza è preliminare ed essenziale per mettere in atto le azioni necessarie.
Molti di questi fattori (ambientali, condizioni di vita e di lavoro, accesso ai servizi sanitari…) possono sfuggire al controllo individuale che può essere esercitato solo indirettamente, attraverso scelte sociali e politiche.
Per altri le scelte, ed anche le responsabilità, personali sono determinanti.
Si ritiene che circa un quarto delle morti dovute alle due principali cause di mortalità in Italia, malattie cardiovascolari e cancro, potrebbero essere prevenute agendo su 6 fattori di rischio:
- obesità
- ipertensione
- iperglicemia
- consumo di sale
- fumo
- abuso di alcol
DONNE E SALUTE: ATTENTE ALLA PREVENZIONE, MA SOTTOSTIMATI I RISCHI
Le donne sono più attente degli uomini alla prevenzione, ma tendono a non avere consapevolezza delle malattie che incidono maggiormente nel loro sesso.
Molti studi dimostrano che le donne sottostimano il rischio delle malattie cardiovascolari, che sono la prima causa di morte nel sesso femminile, perché credono, erroneamente, che siano i tumori.
Fra questi, sottostimano, poi, l’incidenza dei tumori del colon-retto e del polmone, molto più frequenti dei tumori dell’utero e dell’ovaio verosimilmente anche a causa di campagne mediatiche che focalizzano sul rischio oncologico e, in particolare sui “tumori femminili”. Il cancro alla mammella resta ancora la neoplasia responsabile del maggior numero di diagnosi e di morti.
In campo oncologico, la prevenzione secondaria, volta a diagnosticare precocemente una neoplasia, mostra altrettanto interessanti differenze.
Lo screening del cancro colo rettale, seconda/terza neoplasia per frequenza in uomini e donne (incidenza che queste ultime, come detto, tendono a misconoscere) sembra “privilegiare” il sesso maschile.
La ricerca del sangue occulto è più spesso positiva negli uomini, che hanno tassi di emoglobina più alti ed assumono più spesso farmaci antiaggreganti che facilitano il sanguinamento anche di lesioni più piccole.
La colonscopia, esame di secondo livello, è resa più difficile nelle donne dalla maggior lunghezza e dal minor diametro del viscere, nonché dalla sua più frequente tortuosità.
Tali caratteristiche fanno sì che il colon possa non essere studiato completamente, per la difficoltà a raggiungere proprio quella parte dove la neoplasia si localizza più spesso nelle donne (colon destro).
Tra l’altro, i tumori del colon destro tendono a non manifestarsi con i sintomi ritenuti classici dei tumori dell’intestino (stitichezza e sanguinamenti evidenti) e la stanchezza che, non raramente, è un loro sintomo legato alla anemizzazione indotta dalla perdita cronica, ma inapparente di sangue, viene spesso attribuita a disturbi psicologici o legati all’età o alla menopausa.
Tale fraintendimento di sintomi “meno tipici”, come vengono definiti quelli non “classici”, descritti nei libri che, tuttora, hanno come modello l’uomo, è una delle cause dei ritardi diagnostici e della peggior prognosi delle donne per molte malattie (fra le più famose l’infarto ed il tumore della vescica).
LE DONNE PIÙ COLPITE DAL FUMO
Si calcola che il fumo di sigaretta sia responsabile, fra l’altro, di circa la metà dei tumori del polmone nel mondo.
In Italia, le donne sono circa il 40% delle persone fumatrici e, rispetto agli uomini, mostrano una minor riduzione, negli anni, del consumo di tabacco. È noto che molte hanno iniziato a fumare anche per affermare la loro distanza da un modello stereotipato di “brava ragazza” nel quale non si riconoscevano più.
Le campagne pubblicitarie rivolte alle donne propongono la sigaretta come accessorio che aumenta l’attrazione sessuale, anche attraverso un più facile controllo del peso corporeo, tanto è vero che sono state proposte sigarette “light”, il cui suono richiama quello dei prodotti dietetici.
Per combattere la cattiva abitudine, quindi, sarà importante veicolare un messaggio che è, principalmente, culturale e che dovrà tener conto delle differenti motivazioni a fumare dei due sessi.
Non è altrettanto noto, invece, che, fra le persone che non hanno mai fumato, il tumore del polmone è molto più frequente nelle donne che negli uomini, verosimilmente perché, negli ultimi decenni, è aumentata la loro esposizione a fattori ambientali/lavorativi che non sono ancora abbastanza studiati nel loro sesso.
La medicina del lavoro, infatti, fino a poco tempo fa ha rivolto la sua attenzione alla lavoratrice in quanto gestante/madre misconoscendo i rischi specifici legati, al di fuori di queste condizioni, alle mansioni ed all’esposizione ed alla metabolizzazione dei tossici: in questo caso la prevenzione richiederà un approccio intersettoriale che risponde al concetto attuale di salute globale.
DONNE E OBESITÀ
Anche l’obesità mostra interessanti differenze fra uomini e donne.
Per quanto riguarda lo stile di vita, queste ultime tendono a mangiare più sano degli uomini (più frutta e verdura), ma fanno meno attività fisica.
A differenza di quanto generalmente ritenuto, nel nostro Paese gli uomini sono percentualmente più in sovrappeso e più obesi delle donne.
I media, e non raramente gli stessi medici, come dimostra uno studio italiano, tendono, però, a focalizzare sulle donne i consigli circa l’importanza di mantenere un peso forma ed il messaggio, in via più o meno subliminale, sembra sottolinearne il ruolo più sull’estetica che sulla salute.
ALCOL, PIÙ TOSSICO PER LE DONNE
Per quanto riguarda l’alcol, le differenze, altrettanto importanti, sono determinate sia da aspetti socio-culturali (gli uomini sono culturalmente più “incoraggiati” a bere, ad esempio, ed a farlo in pubblico) che biologici.
A parità di alcol ingerito, gli effetti tossici sono circa 3 volte superiori nelle donne a causa non solo del minor peso corporeo, ma anche della differente proporzione di grasso e di acqua del corpo, della minor presenza dell’enzima che contribuisce ad eliminare il tossico e della influenza degli ormoni femminili.
BIBLIOGRAFIA
- Davuluri S, et al. The molecular basis of gender disparities in smoking lung cancer patients. Life Sci. 2021
- Melk A et al. Review Equally Interchangeable? How Sex and Gender Affect Transplantation. Transplantation. 2019
- Buzzetti E, et al. Review. Gender differences in liver disease and the drug-dose gender gap. Pharmacol Res. 2017
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