DIABETE MELLITO. ROMPERE LE BARRIERE, COLMARE LE LACUNE.

In occasione della Giornata Mondiale del Diabete, che, come ogni anno si celebra il 14 Novembre, una data simbolica, scelta in ricordo di Sir Frederick Banting, vincitore del premio Nobel per la scoperta dell’insulina, nato proprio il 14 Novembre, i riflettori sono puntati sul benessere della persona con diabete. Scopri di più con i medici di Cibum dell'Azienda ospedaliero-universitaria Senese

diabete_14_novembre

Consulenza scientifica

Caterina Formichi

Ha conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia (2009) e la specializzazione in Endocrinologia e Malattie Metaboliche (2015) presso l’Università degli Studi di Siena. Nel 2020 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Medicina Molecolare presso Sapienza Università di Roma. Dal 2016 svolge attività clinica presso la UOC Diabetologia e Malattie Metaboliche dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese. Svolge inoltre attività di ricerca nell’ambito delle Malattie Metaboliche. Dal 2010 ha partecipato come sub-investigator a numerosi protocolli sperimentali di fase 2 e 3 in ambito endocrino-metabolico. Ha partecipato, in qualità di relatrice, a numerosi congressi in ambito diabetologico.

UNA CAMPAGNA GLOBALE DI SENSIBILIZZAZIONE

La Giornata del Diabete (World Diabetes Day, WDD) fin dalla sua creazione, nel 1991, rappresenta la più grande campagna di sensibilizzazione sul diabete al mondo, raggiungendo un pubblico globale in più di 160 Paesi nel mondo (1). Si tratta quindi di una importante occasione per educare le persone affette da diabete e le loro famiglie, migliorare la consapevolezza sulla malattia, sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione e della cura precoce, coinvolgere operatori sanitari e sollecitare le istituzioni ad agire nel modo più efficace su questa malattia, realizzando gli obiettivi definiti dagli Stati Membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2022:

  • 80% di persone con diabete diagnosticate;
  • 80% delle persone con diabete diagnosticato ha un buon controllo della glicemia;
  • 80% delle persone con diabete diagnosticato ha un buon controllo della pressione sanguigna;
  • 60% delle persone con diabete di 40 anni o più riceve statine;
  • 100% delle persone con diabete di tipo 1 ha accesso all’insulina e all’automonitoraggio della glicemia a prezzi accessibili (2).

UN’EMERGENZA SANITARIA GLOBALE

Il diabete ad oggi rappresenta una vera e propria emergenza sanitaria, che colpisce 1 persona su 10. Secondo le stime dell’International Diabetes Federation (IDF), 537 milioni di persone nel mondo sono affette da diabete e 240 milioni di persone vivono con diabete non diagnosticato, e questi numeri sono destinati a salire, con un numero di persone affette che nel 2030 raggiungerà i 643 milioni. L’impatto della malattia è devastante: nel 2021 sono stati 6,7 milioni i decessi imputabili al diabete, rappresentando la quarta causa di morte nel mondo (3). Il diabete è inoltre causa di gravi disabilità, rappresentando una delle principali cause di cecità e insufficienza renale allo stadio terminale nei Paesi Occidentali, oltre ad aumentare il rischio di infarto o ictus (3). In Italia, circa 4 milioni di soggetti sono affetti da diabete e si registrano circa 80.000 decessi all’anno – circa 9 persone ogni ora (4, 5).

IMPATTO SULLA SALUTE E SULLA QUALITÀ DELLA VITA

L’impatto della malattia sulla salute globale non dipende tuttavia solo dalle complicanze associate al diabete e dalla mortalità, ma anche dal distress psicologico causato dalla malattia che limita fortemente la qualità della vita del malato. Per questo, il tema della WDD2024 è quello del benessere, un tema che vuole evidenziare l’impatto del diabete sulla salute sia fisica che mentale e sottolineare l’importanza di una migliore consapevolezza e gestione della malattia e di un accesso equo e completo alle cure per migliorare la qualità della vita delle persone affette da diabete.

Le persone affette da diabete devono affrontare molteplici sfide quotidiane per una gestione ottimale della condizione e attualmente la gestione del diabete non prevede un supporto sufficiente per il benessere della persona. Molti pazienti si dichiarano sopraffatti dal carico di decisioni che devono prendere quotidianamente nella gestione della malattia, dalla scelta del cibo, alla necessità di monitorare la propria glicemia ed apportare le modifiche terapeutiche, la programmazione dei pasti o delle attività fisiche e delle occasioni sociali e ludiche. Più della metà dei pazienti affetti dichiara di sperimentare ansia per il timore di sviluppare complicanze della malattia (1).

DISAGIO PSICOLOGICO E MALATTIE PSICHICHE

Le persone con diabete spesso convivono con un disagio psicologico, che può sfociare in problemi psicologici più complessi, tra cui ansia, depressione e disturbi della condotta alimentare, che influenzano negativamente la gestione della malattia e peggiorano la qualità della vita del paziente (6).

Dati epidemiologici dimostrano che le persone con diabete hanno un rischio due volte maggiore di sviluppare depressione rispetto alla popolazione generale, con tassi più alti nei pazienti anziani. Fino al 30% dei pazienti con diabete soffre di disturbi depressivi clinicamente rilevanti e, per contro, le persone affette da depressione sembrano essere più inclini a sviluppare diabete mellito. La depressione può inoltre peggiorare il controllo glicemico nel diabete, con maggior rischio di complicanze (7, 8). Sebbene le cause di tale associazione non siano ancora completamente definite, come in altre patologie croniche, la gestione del diabete può creare sentimenti di angoscia e frustrazione, fino a quadri di vera e propria depressione. Una migliore consapevolezza, la comprensione e la normalizzazione delle reazioni emotive possono rappresentare strategie utili per aiutare a ripristinare l’equilibrio emotivo. Gli operatori sanitari che gestiscono il paziente affetto da diabete devono porre l’accento sulla qualità della vita, aiutando il paziente a riconoscere ed esternare il proprio disagio, mostrando empatia e cercando di definire delle strategie per gestire al meglio la malattia in ogni situazione, senza privarsi di occasioni sociali e piacevoli per la paura delle conseguenze sulla malattia (6).

DIABETE E DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

Anche l’associazione tra diabete mellito e disturbi del comportamento alimentare è nota da tempo ed appare bidirezionale. I soggetti affetti da diabete mellito di tipo 1 (DM1), in particolar modo, sono affetti da disturbi del comportamento alimentare con frequenza maggiore rispetto ai coetanei non diabetici; nella maggioranza dei soggetti affetti da entrambe le condizioni, la diagnosi di DM1 precede quella del disturbo della condotta alimentare, suggerendo che i pazienti diabetici possano aver sperimentato un maggior distress psicologico derivante dall’esigenza di aderire a stili alimentari ben precisi, che porta a comportamenti come l’abbuffata, il vomito o l’astensione dall’insulina tra gli individui inclini ai disturbi alimentari. È stato addirittura definito un disturbo alimentare caratteristico dei soggetti affetti da DM1, definito ‘diabulimia’, che consiste nella restrizione deliberata di insulina, con conseguente perdita di peso. Anche nei pazienti affetti da diabete mellito tipo 2 (DM2), un comportamento alimentare incongruo o disordinato si riscontra in una percentuale che può raggiungere il 40% dei casi; nella popolazione adolescente affetta da DM2, sono più frequenti il vomito autoindotto e l’uso di lassativi, ma si riscontrano anche casi di diabulimia nei soggetti insulino-trattati. Analogamente a quanto riportato per i pazienti con DM1, anche nei pazienti con DM2 la diagnosi di diabete solitamente precede quella di disturbo del comportamento alimentare (9, 10).

UN APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA

Appare dunque fondamentale un approccio multidisciplinare nel paziente diabetico, focalizzato non solo sulla gestione del compenso glicemico e delle complicanze ma che prenda in considerazione anche la qualità di vita del paziente, grazie ad un team di professionisti che preveda l’intervento di più figure professionali, coinvolte nell’educazione del paziente. Il primo step nell’intervento sul diabete è rappresentato dalla modifica dello stile di vita, che prevede un intervento sulle abitudini alimentari, educando il paziente ad una sana alimentazione basata sui principi della dieta mediterranea, pur cercando di rispettare le abitudini e le preferenze del paziente, stimolando il paziente a svolgere attività fisica e ad aumentare le occasioni di movimento, riducendo la sedentarietà. Il team di cura dovrà inoltre aiutare il paziente a comprendere le modalità di monitoraggio della glicemia e di assunzione della terapia farmacologica, qualora necessaria, spiegando come gestire gli eventuali effetti collaterali dei farmaci prescritti e come interpretare i valori glicemici riscontrati al monitoraggio domiciliare, per mettere in atto le opportune correzioni. Sarà inoltre fondamentale indagare eventuali sintomi di distress psicologico e trovare insieme soluzioni percorribili per aiutare il paziente nella gestione quotidiana della malattia, offrendo supporto professionale specialistico ove ritenuto necessario.

BIBLIOGRAFIA

  1. https://worlddiabetesday.org)
  2. https://www.who.int/campaigns/world-diabetes-day/2024
  3. https://idf.org
  4. Italian Barometer Observatory Foundation – 17th Italian Diabetes & Obesity Barometer Report
  5. https://www.epicentro.iss.it/diabete/epidemiologia-italia
  6. Snoek FJ (2022) Mental health in diabetes care. Time to step up. Front. Clin. Diabetes Healthc. 3:1039192.
  7. Fiore V, Marci M, Poggi A, Giagulli VA, Licchelli B, Iacoviello M, Guastamacchia E, De Pergola G, Triggiani V. (2015). The association between diabetes and depression: a very disabling condition. Endocrine. 48(1):14-24. 
  8. van der Feltz-Cornelis C, Allen SF, Holt RIG, Roberts R, Nouwen A, Sartorius N. (2021). Treatment for comorbid depressive disorder or subthreshold depression in diabetes mellitus: Systematic review and meta-analysis. Brain Behav. 11(2):e01981. 
  9. Yu Z, Muehleman V. (2023). Eating Disorders and Metabolic Diseases. Int J Environ Res Public Health. 30;20(3):2446. 
  10. Coleman SE, Caswell N. (2020). Diabetes and eating disorders: an exploration of ‘Diabulimia’. BMC Psychol. 23;8(1):101.

CONDIVIDI

Pensa alle persone che conosci, gli amici, la tua famiglia. Dai loro l’opportunità di stare bene, in salute. Condividi sui social quello che hai appena letto. Più condividi, più te ne saranno grati.

Lascia un commento

Devi loggarti per inserire un commento.