DIABETE ED ESERCIZIO FISICO: A TUTTA SALUTE

A Novembre ricorre la Giornata mondiale del diabete, istituita nel 1991 dall'International Diabetes Federation e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla prevenzione e gestione di questa malattia. L'esercizio fisico è raccomandato sia per la prevenzione sia per migliorare la gestione del diabete e per il miglioramento generale della qualità della vita nelle persone affette. Scopri come con gli esperti di Cibum dell’Università di Siena

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Consulenza scientifica

Marco Bonifazi

Specialista in Medicina dello Sport, è Professore associato di Fisiologia
presso il Dipartimento di Biotecnologie mediche dell’Università di Siena. Coordinatore tecnico del Centro Studi e Ricerche della Federazione Italiana Nuoto. Ha partecipato, come medico e dirigente tecnico a otto edizioni dei Giochi Olimpici, dal 1988 al 2016.

L’IMPORTANZA DELL’ESERCIZIO FISICO NEI DIABETICI

Il diabete è una malattia cronica caratterizzata da un eccesso di glucosio nel sangue (iperglicemia). Si divide in diabete di tipo I, legato alla mancanza d’insulina, e diabete di tipo II, determinato da una ridotta sensibilità all’insulina degli organi bersaglio. Il 90% delle persone diabetiche sono affette da diabete di tipo II e si stima che circa il 9% della popolazione adulta sia affetta da questo tipo di diabete, a volte senza nemmeno saperlo.

L’esercizio fisico è raccomandato in entrambi i tipi di diabete. Nel tipo I riduce il fabbisogno d’insulina, nel tipo II aiuta a controllare la glicemia riducendo i fattori di rischio cardiovascolare, comprese le alterazioni del profilo lipidico e il peso corporeo, potenziando la sensibilità all’insulina e stimolando l’assorbimento del glucosio muscolare.

Le linea guida raccomandano che le persone con diabete facciano esercizio aerobico per 30-45 minuti almeno 5 giorni la settimana e allenamento di forza in palestra per due volte la settimana con non più di 48 ore di riposo tra una seduta di allenamento e la successiva.

Si dovrebbe praticare sia l’attività aerobica a intensità moderata e vigorosa sia quella anaerobica di resistenza in palestra con sovraccarichi. È importante, tuttavia, che l’esercizio sia praticato in modo continuo e regolare entrando stabilmente a far parte dello stile di vita personale.

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DURANTE IL RECUPERO

Il periodo di recupero è l’intervallo tra la fine di un allenamento e l’inizio del successivo. L’attività fisica, infatti, è in grado di influenzare le concentrazioni glicemiche sino a 48ore dopo. Il rischio più grande è la comparsa d’ipoglicemie tardive, con particolare attenzione alle ipoglicemie notturne per sedute di allenamento pomeridiane.

Per questo, le riserve di glicogeno muscolari devono essere ricostituite prontamente per un corretto recupero. La sintesi del glicogeno ha una prima fase rapida (30-60 minuti) insulino-indipendente e una seconda fase più lenta insulino-dipendente. Il processo si completa in 24-36 ore a patto che ci sia un adeguato apporto di carboidrati.

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L’ESPERTO:ATTENZIONE A IDRATAZIONE E ALIMENTAZIONE

“L’iperglicemia, con successiva diuresi osmotica, potrebbe peggiorare la disidratazione post-esercizio. L’acqua rappresenta la bevanda più indicata per l’attività fisica dibreve durata (meno di 45 minuti). Per attività più prolungate si possono associare carboidrati ed elettroliti facendo attenzione a evitare l’eccesso di bevande zuccherate”. Indica il Professor Marco Bonifazi che aggiunge: “Per ottimizzare il recupero, la dieta deve avere una proporzione adeguata di nutrienti: 45-65% di carboidrati, 20-35% di grassi e 10-35% di proteine. Un apporto idoneo di proteine nel periodo di recupero è raccomandato, per la riparazione dei microtraumi muscolari indotti dall’esercizio e la crescita muscolare“.

AVVIARE ALLA PRATICA SPORTIVA I BAMBINI CON DIABETE

È fondamentale che i bambini con diabete di tipo I possano apprendere la pratica sportiva senza alcuna preclusione per diventare adulti attivi con un patrimonio adeguato di competenze motorie che permetta loro di proseguire o riprendere la pratica dell’esercizio fisico se interrotta.

A questo proposito, si segnala l’accordo tra la Federazione Italiana Nuoto e la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica per sensibilizzare le società sportive affiliate alla partecipazione di bambini e adolescenti con diabete alla pratica natatoria, sia di formazione sia di preparazione alle competizioni.

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BIBLIOGRAFIA

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