LA DEFIBRILLAZIONE PRECOCE SUL CAMPO

L’arresto cardiaco sul campo rappresenta un evento tragico che abbiamo tristemente imparato a conoscere a seguito dei tragici episodi che hanno visto protagonisti sportivi professionisti e non. Il più delle volte, l’arresto è determinato dall’insorgenza di una severa aritmia come conseguenza di una sottostante patologia cardiaca, spesso misconosciuta. Scopri come una precoce defibrillazione può rappresentare un efficace strumento prevenzione con i medici di Cibum dell’Università di Siena

defibrillatore

Consulenza scientifica

Flavio D'Ascenzi

Specialista in Malattie dell’apparato cardiovascolare, è professore associato di Metodi e didattiche delle Attività Motorie presso il Dipartimento di Biotecnologie mediche dell’Università di Siena. E’ anche professore aggregato di Clinica presso l’Università di Pittsburgh, US. Ha conseguito il Dottorato di ricerca internazionale in Cardiologia presso l’Università di Umea, Svezia. In ambito sportivo, è medico delle Squadre nazionali di Pallavolo Juniores femminile e consulente tecnico-scientifico della Emma Villas, Serie A2 di Pallavolo maschile.

Hanno collaborato al presente testo Andrea Marchese specializzando in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare presso l’Università di Siena.

IL RUOLO DELLA DEFIBRILLAZIONE

Malgrado esista una consolidata esperienza che dimostra la capacità delle visite medico-sportive di identificare patologie cardiovascolari potenzialmente fatali in giovani atleti asintomatici, l’arresto sul campo rappresenta ancora oggi, purtroppo, un evento meno raro di quanto si pensi. Pertanto, la prevenzione secondaria dell’arresto cardiaco in campo, rappresentata dalla precoce defibrillazione, è di fondamentale importanza.

Una defibrillazione precoce nelle persone che vanno incontro ad arresto cardiaco è il fattore che più di qualsiasi altro è capace di influire positivamente sulle conseguenze. La diffusione dei defibrillatori esterni automatici (DAE) in palestre, aeroporti, università e altri luoghi pubblici ha dimostrato di poter nettamente incrementare la sopravvivenza di tali soggetti, consentendo di raggiungere tassi che vanno dal 41 al 74% nei casi in cui le manovre di rianimazione cardio-polmonare (RCP), inclusa la defibrillazione, siano praticate entro 3-5 minuti dall’evento.

Va ricordato, inoltre, che esiste un rapporto di proporzionalità inversa tra il tempo trascorso prima di iniziare defibrillazione e la sopravvivenza all’arresto: ogni minuto di ritardo, questa si riduce del 7-10%. Ciò determina la necessità di adottare ogni possibile strategia per poter procedere a una pronta defibrillazione in caso di arresto cardiaco.

rianimazione cardio-polmonare

L’ARRESTO CARDIACO IMPROVVISO NEI GIOVANI ATLETI

L’incidenza di arresto cardiaco improvviso negli atleti è relativamente bassa (0,6-2,85/100.000 casi annui), nettamente inferiore rispetto a quella rilevata nella popolazione generale (3–10.7/100,000).

Tale evento è di solito correlato ad una sottostante cardiopatia: la cardiomiopatia ipertrofica e l’origine anomala delle coronarie rappresentano le due cause più frequenti (25% e 14% rispettivamente). Nei restanti casi, l’evento è imputabile a cardiomiopatia aritmogena, canalopatie e, in minor parte, ad altre anomalie strutturali ed elettriche.

L’IMPORTANZA DELLA DEFIBRILLAZIONE PRECOCE

Quando si fa riferimento alle potenzialità della defibrillazione precoce nell’arresto in giovani atleti una delle esperienze più significative è quella descritta da Drezner et al. che, in uno studio retrospettivo di coorte, riportano i numeri di 1710 scuole americane dotate di DAE.

In un periodo di osservazione di sei mesi venivano segnalati 36 casi di arresto cardiaco: 14 di questi coinvolgevano studenti-atleti di età compresa tra 14 e 17 anni; i restanti 22 riguardarono non studenti (principalmente persone presenti a gare e allenamenti) di età media di 57 anni. Dei 36 casi, 34 (94%) ricevevano prontamente manovre di RCP e in 30 casi (83%) il DAE erogava una scarica.

Delle 36 persone coinvolte, ben 23 di esse sono sopravvissuti all’evento, a dimostrazione che un opportuno programma di RCP con defibrillazione precoce sia capace di incrementare sensibilmente il tasso di sopravvivenza all’arresto, sia in giovani atleti sia in soggetti di età più avanzata. La presenza del DAE in tali contesti assume, pertanto, estrema rilevanza così come la presenza di personale formato per questo obiettivo.

arresto cardiaco improvviso

L’ESPERTO: INTERVENIRE PRIMA POSSIBILE

“È fondamentale che l’arresto sia riconosciuto il prima possibile e che le manovre di RCP siano iniziate senza indugio. Qualunque persona che per prima si accorga dell’evento, che si tratti di personale sanitario, compagni di squadra, un arbitro o uno spettatore, dovrebbe immediatamente dare il via alle compressioni toraciche”. Indica il Prof. Flavio D’Ascenzi, che spiega: “Un secondo soccorritore dovrebbe occuparsi di individuare, recuperare e applicare sul paziente il DAE più vicino prima possibile per aumentare le probabilità di sopravvivenza e limitare l’insorgenza di possibili gravi sequele neurologiche post-anossiche. Un adeguato lavoro di squadra, assieme a un rapido intervento e a una coordinata gestione dell’emergenza possono rivelarsi determinanti nel modificare le conseguenze dell’evento in maniera, spesso, decisiva”.

BIBLIOGRAFIA

  1. Pelliccia A, Sharma S, Gati S, Bäck M, Börjesson M, Caselli S, Collet JP, Corrado D, Drezner JA, Halle M, Hansen D, Heidbuchel H, Myers J, Niebauer J, Papadakis M, Piepoli MF, Prescott E, Roos-Hesselink JW, Graham Stuart A, Taylor RS, Thompson PD, Tiberi M, Vanhees L, Wilhelm M; ESC Scientific Document Group. 2020 ESC Guidelines on sports cardiology and exercise in patients with cardiovascular disease. Eur Heart J. 2021 Jan 1;42(1):17-96
  2. Anselmi F, Cavigli L, Pagliaro A, Valente S, Mondillo S, Focardi M, Cameli M, Bonifazi M, D’Ascenzi F. Il test da sforzo cardiopolmonare: uno strumento fondamentale per una prescrizione personalizzata dell’esercizio fisico nei pazienti con malattia cardiovascolare [Cardiopulmonary exercise testing: an essential tool for a tailored exercise prescription in patients with cardiac disease]. G Ital Cardiol (Rome). 2021 Sep;22(9):716-726

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