Consulenza scientifica
IL CARCIOFO COME POTENTE SCUDO CONTRO LO STRESS OSSIDATIVO

Il carciofo è una delle verdure più studiate per il suo elevato contenuto di composti bioattivi, in particolare i fenoli e i flavonoidi, che conferiscono un’elevata attività antiossidante. Diversi studi hanno dimostrato che gli estratti di carciofo possono ridurre l’ossidazione delle lipoproteine a bassa densità (LDL), un processo strettamente legato allo sviluppo dell’aterosclerosi. Il meccanismo d’azione coinvolge il prolungamento della fase di latenza prima della formazione di dieni coniugati, una minore velocità di propagazione dell’ossidazione e la preservazione dell’alfa-tocoferolo (vitamina E) endogeno nelle LDL. In particolare, la luteolina, un flavonoide abbondante nel carciofo, ha dimostrato un’efficacia paragonabile a quella degli estratti interi della pianta nel contrastare la perossidazione lipidica. Inoltre, rispetto al suo derivato luteolina-7-O-glucoside, la luteolina pura si è rivelata più potente nel prevenire l’ossidazione delle LDL, suggerendo che la forma libera del composto sia più biodisponibile ed efficace. Gli estratti di carciofo sono stati testati in cellule endoteliali e monociti, dove hanno dimostrato di ridurre significativamente la produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS), sia in condizioni basali che in presenza di stimoli pro-ossidativi come il fattore di necrosi tumorale-α (TNF-α) e i lipopolisaccaridi (LPS). In particolare, un estratto etanolico di carciofo ha ridotto del 60% la produzione di ROS indotta dalle LDL ossidate nelle cellule endoteliali e del 76% nei monociti, sottolineando un forte effetto protettivo sulle pareti vascolari. Questo suggerisce che il carciofo potrebbe avere un ruolo importante nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.

STUDI SULL’ATTIVITÀ ANTIOSSIDANTE DEGLI ESTRATTI DI CARCIOFO
Numerosi test di laboratorio hanno confermato l’attività antiossidante degli estratti di carciofo utilizzando saggi specifici, come il test DPPH (2,2-difenil-1-picrylhydrazyl), che misura la capacità di neutralizzare i radicali liberi. Uno studio ha evidenziato che un estratto etanolico di carciofo alla concentrazione di 10 mg/mL ha mostrato un’elevata capacità di neutralizzare il radicale DPPH, dimostrando un’azione comparabile a quella di potenti antiossidanti naturali. Oltre all’attività contro lo stress ossidativo, l’estratto ha mostrato anche proprietà antimicrobiche, con un’efficace inibizione di Listeria innocua e Bacillus cereus, due batteri responsabili di contaminazioni alimentari. Il potenziale antiossidante del carciofo è stato attribuito alla presenza di composti fenolici come l’acido clorogenico, la cinarina, l’acido isoclorogenico, l’acido chinico e l’acido caffeico, tutti noti per la loro capacità di contrastare i radicali liberi. Inoltre, gli estratti di carciofo hanno dimostrato di proteggere le cellule epatiche isolate da ratti trattati con tetrabutilidroperossido (t-BHP), una sostanza tossica che induce la perossidazione lipidica. Il trattamento con estratto acquoso di carciofo ha ridotto significativamente la produzione di malondialdeide (MDA), un marcatore di danno ossidativo, e ha prevenuto la perdita di glutatione, una delle difese antiossidanti più importanti dell’organismo. Questo effetto è stato osservato anche in colture di cellule normali esposte a perossido di idrogeno (H₂O₂), suggerendo che il carciofo possa avere un ruolo protettivo contro lo stress ossidativo in diversi organi e tessuti.
STUDI CLINICI E PROSPETTIVE FUTURE: IL RUOLO DEL CARCIOFO NELLA SALUTE UMANA
Sebbene numerosi studi in vitro e su modelli animali abbiano dimostrato le potenti proprietà antiossidanti del carciofo, gli studi clinici sull’uomo sono ancora limitati, ma mostrano risultati promettenti. Uno dei pochi studi su larga scala è stato condotto su 80 donne con sindrome metabolica, una condizione caratterizzata da obesità addominale, insulino-resistenza, dislipidemia e ipertensione, che aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2. La supplementazione con estratto di foglie di carciofo (1800 mg al giorno per 12 settimane) ha portato a una riduzione significativa dei livelli di LDL ossidate (ox-LDL), un importante marcatore di rischio cardiovascolare. Inoltre, si è osservato un miglioramento nei livelli di alcuni enzimi antiossidanti, suggerendo che il carciofo possa contribuire a ridurre lo stress ossidativo sistemico. Tuttavia, lo studio non ha valutato direttamente l’impatto del carciofo su altri parametri metabolici, come la resistenza insulinica o i livelli di glicemia, rendendo necessarie ulteriori ricerche per comprendere il suo ruolo nella prevenzione del diabete.
Un altro studio interessante ha valutato l’effetto del carciofo negli atleti, un gruppo particolarmente esposto a elevato stress ossidativo a causa dell’intensa attività fisica. In questo studio, un gruppo di vogatori agonisti ha ricevuto un’integrazione di 1200 mg al giorno di estratto di foglie di carciofo per cinque settimane, con l’obiettivo di analizzare l’impatto sui biomarcatori dello stress ossidativo e della capacità antiossidante. I risultati hanno mostrato un aumento della capacità antiossidante totale del plasma, indicando che il carciofo può effettivamente migliorare le difese contro i radicali liberi prodotti dall’esercizio intenso. Tuttavia, si è osservato anche un calo significativo dei livelli di glutatione, un antiossidante intracellulare fondamentale, suggerendo che il carciofo potrebbe alterare alcuni meccanismi di equilibrio redox. Questo effetto potrebbe essere dovuto all’interazione tra i composti fenolici del carciofo e i sistemi di detossificazione epatica, ma sono necessari ulteriori studi per chiarire il fenomeno e valutare il possibile impatto sulla performance atletica e sul recupero muscolare.
Un aspetto ancora poco esplorato riguarda il potenziale effetto antiossidante del carciofo sulla salute cerebrale. Poiché lo stress ossidativo è coinvolto in numerose malattie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer e il Parkinson, alcuni ricercatori stanno valutando l’ipotesi che il consumo regolare di carciofo possa avere un’azione neuroprotettiva. Studi preliminari suggeriscono che alcuni composti fenolici del carciofo possano attraversare la barriera ematoencefalica e ridurre la formazione di aggregati di beta-amiloide, una delle principali caratteristiche patologiche dell’Alzheimer. Inoltre, il carciofo potrebbe favorire la neurogenesi e migliorare la funzione cognitiva grazie alla sua azione antinfiammatoria e antiossidante. Tuttavia, al momento non esistono studi clinici su larga scala che confermino questi effetti nell’uomo, e sono necessarie ulteriori ricerche per esplorare il potenziale neuroprotettivo del carciofo.
BIBLIOGRAFIA
- Rezazadeh A, Safavi SM, Alizadeh M. Effects of artichoke leaf extract on oxidative stress in metabolic syndrome patients. Phytotherapy Research, 2021.
- Gebhardt R, Fausel M. Antioxidative and hepatoprotective effects of artichoke extracts. Journal of Agricultural and Food Chemistry, 2018.
- Lattanzio V, Kroon PA, Linsalata V, Cardinali A. Artichoke: A source of dietary antioxidants and bioactive compounds. Trends in Food Science & Technology, 2020.
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