Consulenza scientifica
CANCRO AL SENO E DEPRESSIONE
Gli studi hanno dimostrato che la diagnosi e il trattamento del cancro al seno potrebbero causare comorbidità psichiatriche, come disturbi emotivi e cognitivi. Essendo uno dei sintomi psichiatrici più comuni, l’incidenza della depressione nelle sopravvissute al cancro al seno, che variava dal 9,4% al 66,1%, è molto più alta rispetto alle donne senza cancro.
La depressione in comorbilità è comune nelle pazienti con carcinoma mammario ed è associata a una ridotta qualità della vita e a una ridotta compliance al trattamento.
La depressione può portare a gravi sintomi fisici, aumento del danno funzionale e scarsa aderenza al trattamento ed è un predittore indipendente di recidiva e sopravvivenza del cancro al seno.
I sintomi depressivi nei pazienti con cancro al seno potrebbero essere parzialmente associati all’assunzione inadeguata di determinati nutrienti e frutti. Inoltre, i pazienti con cancro al seno non depressi hanno dimostrato una maggiore diversità del microbiota intestinale e una composizione corporea più sana. È stata anche osservata un’associazione tra qualità della dieta e sintomi depressivi.
LE GIOVANI DONNE PIÙ A RISCHIO
Le donne più giovani in pre-menopausa hanno maggiori probabilità di soffrire di sintomi depressivi rispetto alle donne più anziane in post-menopausa. Ciò potrebbe essere causato dall’idea che le pazienti più giovani potrebbero prestare maggiore attenzione alla propria immagine e preoccuparsi della loro malattia che colpisce il matrimonio, la stabilità familiare, la fertilità e la loro futura carriera.
Nelle pazienti con cancro al seno le ripercussioni della terapia potrebbero avere un impatto negativo sulla capacità di lavorare per timore non solo di essere discriminate dai loro colleghi, ma anche di perdere il lavoro, questa motivazione può essere responsabile di un più alto tasso di depressione. Un supporto in tal senso per queste pazienti può essere fondamentale per affrontare e superare meglio questo rischio.
L’ESPERTA: LA DIETA MEDITERRANEA RIDUCE I RISCHI DI DEPRESSIONE
“Una modifica della dieta può influenzare moltissimi fattori che controllano lo sviluppo e l’andamento della depressione, sebbene i meccanismi di queste interazioni non siano completamente compresi”. Indica la dottoressa Barbara Paolini, che spiega: “La dieta occidentale o una dieta altamente elaborata può essere associata a un rischio maggiore di depressione. Al contrario, l’aderenza alla dieta mediterranea è inversamente associata alle probabilità di depressione”.
DIETA E DEPRESSIONE
Molti studi si sono concentrati sulla relazione tra modelli alimentari e depressione.
A causa dell’universalità del cibo come fattore di rischio modificabile, anche piccoli miglioramenti nella dieta possono tradursi in notevoli benefici per la depressione. È stato visto che rispetto ai pazienti depressi con cancro al seno, i pazienti non depressi hanno mostrato un maggiore apporto di energia e di alcuni nutrienti, nello specifico: proteine, fibre alimentari, vitamina A, vitamina B2, niacina, calcio, fosforo, potassio, ferro, zinco, selenio, manganese e triptofano.
Pertanto, è meglio per i pazienti depressi aumentare l’assunzione di cibo di origine animale per ottenere abbastanza proteine di alta qualità e anche migliorare l’assunzione di frutta e verdura per ottenere anche vitamine e minerali sufficienti.
Di conseguenza, oltre ad aumentare l’assunzione di nutrienti bilanciati nelle pazienti con cancro al seno, gli interventi dietetici possono anche migliorare i sintomi depressivi migliorando la qualità della dieta e il consumo di cibi sani, come la frutta.
IL TRIPTOFANO
In particolare il triptofano è una cosiddetta alternativa naturale agli antidepressivi tradizionali e una dieta ricca di triptofano è un fattore potenzialmente protettivo per la depressione.
Il triptofano è un amminoacido essenziale per l’organismo umano. Data la nostra incapacità di sintetizzarlo autonomamente, il triptofano dev’essere assunto attraverso gli alimenti; ne sono ricchi i legumi, le carni, il pesce, i latticini e le uova. Particolarmente noti per l’elevato contenuto in triptofano sono il cioccolato, le arachidi, il latte, i formaggi, lo yogurt, la ricotta, l’alga spirulina ed i semi di sesamo.
DEPRESSIONE E MICROBIOTA
La comunicazione microbiota-intestino-cervello ha dimostrato di svolgere un ruolo fondamentale nella depressione. Poiché la comunicazione bidirezionale tra il microbiota intestinale e il cervello potrebbe influenzare la neurotrasmissione e il comportamento, la modulazione del microbiota intestinale potrebbe fornire una nuova terapia per l’intervento sulla depressione.
I pazienti non depressi sembra hanno una maggiore diversità del microbiota intestinale e una composizione arricchita del microbiota intestinale rispetto ai pazienti depressi.
Questo studio ha rilevato che l’incidenza dei sintomi depressivi nei pazienti con cancro al seno era del 29,3%. Rispetto ai pazienti non depressi, i pazienti depressi avevano un minore apporto di nutrienti, una cattiva qualità della dieta e disbiosi intestinale. La qualità della dieta può regolare la depressione alterando la diversità del microbiota intestinale.
BIBLIOGRAFIA
Bibliografia
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