Consulenza scientifica
SUPPLEMENTAZIONE DI CALCIO E VITAMINA D: UNA SOLUZIONE PER RIDURRE LE FRATTURE NELLE DONNE ANZIANE
Le fratture ossee, in particolare quelle dell’anca, rappresentano un problema sempre più diffuso tra gli anziani, soprattutto nelle donne. Questi episodi non solo compromettono seriamente la qualità della vita, ma possono anche portare a complicazioni gravi, inclusa una maggiore mortalità. La principale causa di questo fenomeno è la perdita di densità ossea, che rende le ossa più fragili, unita alla maggiore probabilità di cadute.
Fortunatamente, uno studio recente ha dimostrato che la combinazione quotidiana di calcio e vitamina D3 è una strategia efficace e sicura per prevenire molte di queste fratture.
IL PROBLEMA DELLE OSSA FRAGILI E COME SI SVILUPPA
Con l’avanzare dell’età, le ossa diventano più sottili e meno resistenti. Questo fenomeno è dovuto in gran parte alla perdita di minerali come il calcio, un elemento essenziale per mantenere le ossa forti. Inoltre, molti anziani soffrono di carenza di vitamina D, che è fondamentale per aiutare il corpo ad assorbire il calcio. Questa situazione si aggrava ulteriormente per chi vive in ambienti chiusi, come case di riposo, dove l’esposizione al sole – la principale fonte di vitamina D – è limitata.
La carenza di calcio e vitamina D porta a un aumento della produzione di un ormone chiamato paratormone, che sottrae calcio alle ossa per bilanciare i livelli di questo minerale nel sangue. Questo processo indebolisce ulteriormente le ossa e aumenta il rischio di fratture, specialmente in caso di cadute.
LO STUDIO: COME È STATO CONDOTTO E CHI HA PARTECIPATO
Un gruppo di ricercatori ha studiato 3270 donne anziane, di età compresa tra i 69 e i 106 anni, che vivevano in case di riposo o appartamenti protetti. Tutte le partecipanti erano in grado di muoversi, anche se alcune utilizzavano un bastone o un deambulatore. Le donne non avevano gravi problemi di salute e avevano un’aspettativa di vita di almeno 18 mesi.
Le partecipanti sono state suddivise in due gruppi: uno ha ricevuto ogni giorno 1,2 grammi di calcio e 800 unità di vitamina D3, mentre l’altro gruppo ha ricevuto un placebo, ovvero una sostanza senza effetti attivi, per poter confrontare i risultati. Gli integratori sono stati somministrati sotto la supervisione di un’infermiera per assicurarsi che venissero presi regolarmente.
Lo studio è durato 18 mesi, durante i quali i ricercatori hanno monitorato la salute delle partecipanti, valutando il numero di fratture e analizzando i cambiamenti nella densità ossea e nei livelli di calcio e vitamina D nel sangue.
RISULTATI: COSA È EMERSO DALLA RICERCA
I risultati dello studio sono stati molto incoraggianti. Le donne che hanno assunto la combinazione di calcio e vitamina D3 hanno riportato un numero significativamente inferiore di fratture rispetto al gruppo placebo. In particolare, il rischio di fratture dell’anca è diminuito del 43%.
Inoltre, la densità minerale delle ossa, soprattutto quella del femore, è migliorata nel gruppo trattato, mentre nel gruppo placebo è rimasta stabile o è diminuita. Questo dimostra che gli integratori non solo prevengono le fratture, ma contribuiscono anche a rafforzare le ossa esistenti.
Un altro aspetto importante dello studio riguarda i livelli di paratormone. Nelle donne che assumevano calcio e vitamina D3, i livelli di questo ormone sono diminuiti, indicando una minore perdita di minerali dalle ossa. Questo risultato sottolinea l’importanza di bilanciare l’assunzione di calcio e vitamina D per mantenere le ossa sane.
PERCHÉ È STATA USATA LA VITAMINA D3 E NON LA VITAMINA D2
Nella ricerca è stata scelta la vitamina D3, chiamata anche colecalciferolo, perché più efficace della vitamina D2 nell’aumentare i livelli di vitamina D nel sangue. Questa scelta è particolarmente utile negli anziani, che spesso hanno difficoltà ad assorbire vitamine e minerali a causa di una ridotta acidità gastrica. Per ottimizzare l’assorbimento del calcio, questo è stato somministrato sotto forma di fosfato di calcio e assunto durante i pasti, un momento in cui il corpo è più predisposto ad assimilare i nutrienti.
COME QUESTI RISULTATI AIUTANO A RIDURRE LE FRATTURE NELLA VITA QUOTIDIANA
Le donne anziane, soprattutto quelle sopra gli 85 anni, sono particolarmente vulnerabili alle fratture a causa della combinazione di ossa fragili e maggiore rischio di cadute.
Tuttavia, lo studio dimostra che una supplementazione regolare di calcio e vitamina D3 può fare una grande differenza. Non solo riduce il rischio di fratture dell’anca, ma aiuta anche a prevenire altre fratture non vertebrali e a mantenere le ossa più forti nel tempo.
UN INTERVENTO SEMPLICE MA EFFICACE
Questo studio conferma che la combinazione di calcio e vitamina D3 è un metodo sicuro, semplice ed efficace per ridurre le fratture ossee nelle donne anziane. Anche se molte partecipanti vivevano in case di riposo, i risultati possono essere applicati a tutte le persone anziane con un rischio elevato di perdita ossea.
Investire nella salute delle ossa attraverso un’integrazione mirata può migliorare significativamente la qualità della vita e prevenire complicazioni gravi. Come dimostrano i dati, non è mai troppo tardi per prendersi cura delle proprie ossa.
LE MIGLIORI FONTI DI VITAMINA D E CALCIO PER OSSA FORTI
Fonti di Vitamina D | Fonti di Calcio |
Olio di fegato di merluzzo | Latte e latticini (latte, yogurt) |
Pesce grasso (salmone, sgombro) | Formaggi stagionati (parmigiano) |
Tuorlo d’uovo | Verdure a foglia verde (spinaci) |
Funghi esposti al sole | Mandorle |
Integratori di vitamina D | Legumi (ceci, fagioli) |
BIBLIOGRAFIA
- Duboeuf F, Braillon P, Chapuy MC, et al. Bone mineral density on the hip measured with dual-energy X-ray absorptiometry in normal elderly women and in patients with hip fracture. Osteoporos Int 1991;1:242–9.
- Chevalley T, Rizzoli R, Nydegger V, et al. Preferential low bone mineral density of the femoral neck in patients with a recent fracture of the proximal femur. Osteoporos Int 1991;1:147–54.
- Chapuy M-C, Durr F, Chapuy P. Age-related changes in parathyroid hormone and 25 hydroxycholecalciferol levels. J Gerontol 1983;38:19–22.
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