ANZIANI ED ALCOLISMO

L'alcolismo tardivo dell'individuo anziano è un fenomeno subdolo, generalmente misconosciuto, che coinvolge una consistente minoranza di popolazione in età geriatria (oltre i 65 anni). Scopri cause e rimedi con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

alcolismo-anziani

Consulenza scientifica

Marco Bellini

Medico Chirurgo, specialista in Geriatria, Dottore di Ricerca in Farmacologia Clinica. Direttore della UOSA Cronicità e Fragilità negli Anziani presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese. Professore a Contratto presso la Scuola di Specializzazione in Geriatria e la Scuola di Specializzazione in Cardiologia dell’Università degli Studi di Siena. Ex Presidente del Comitato Scientifico A.S.P. Città di Siena. Membro del Direttivo Nazionale A.M.Ge

PERCHÉ L’ANZIANO SPESSO CONSUMA ALCOOL

La vecchiaia è un periodo della vita che impone grandi cambiamenti e richiede una grande capacità di adattamento. Molti anziani invecchiano mantenendo la positività verso la vita, nonostante i limiti imposti dalle medicine, dalle malattie, dalla progressiva perdita delle proprie capacità se non dell’autosufficienza.

Tuttavia, molti anziani ricorrono all’alcol perché credono che li aiuti a prendere sonno, a superare le difficoltà della vita, senza sapere che in realtà l’alcol disturba il sonno procurando molto spesso precoci risvegli e soprattutto non rappresenta quella “stampella” utile a superare gli ostacoli che la vita presenta.

Contro lo sperimentare quotidiano della problematica condizione dell’anziano si ricerca spesso l’effetto ansiolitico, antidepressivo e disinibente dell’alcol. In particolare spesso tali condizioni, che possono essere considerate un “campanello d’allarme” sono:

  • morte del coniuge
  • diminuzione del vigore fisico
  • mancanza di salute
  • carenza del supporto familiare
  • privazione e/o negazione del ruolo sociale e produttivo
  • sindrome del “nido vuoto” (distanza dei figli)

L’anziano avverte smarrimento di fronte al dilatarsi delle giornate e alla perdita di un ruolo sociale, spesso determinante e non commutabile dell’esistenza. Il trascorrere del tempo costringe l’anziano ad affrontare sensazioni:

  • perdita
  • rifiuto
  • solitudine
  • morte
Dementia: Both too much and too little alcohol may raise risk

L’ALCOLISMO NELL’ANZIANO

L’alcolismo tardivo dell’individuo anziano è un fenomeno subdolo, generalmente misconosciuto, che coinvolge una consistente minoranza di popolazione in età geriatria (oltre i 65 anni). Insorge in risposta per lo più a fattori di stress psicosociale ed a situazioni di generico disagio esistenziale. Le ricerche di settore suggeriscono che il problema è importante e in larga misura ignorato.

Gli alcolisti anziani vengono suddivisi in due categorie sulla base dell’epoca in cui si presume sia iniziato l’abuso alcolico:

  • Early-onset drinkers, coloro che hanno iniziato a bere in modo inadeguato nell’età giovanile e adulta
  • Late-onset drinkers, anziani che non provengono da precedenti abusi e che iniziano a bere in modo inadeguato quando sono già in età avanzata. Li abbiamo menzionati come bevitori tardivi o, anche, come bevitori reattivi perchè eccedono in risposta a fattori disturbanti, insiti in una realtà esistenziale cui non sanno adeguarsi. Consumo al di fuori dei pasti

Secondo la letteratura circa i 2/3 degli alcolisti anziani appartengono al primo sottogruppo.

Gli appartenenti alla categoria Late-onset drinkers, come si è accennato, chiedono all’alcool un “aiuto” contro i quotidiani e numerosi problemi della vecchiaia e, in particolare, cercano di utilizzarne gli effetti sedativi, antidepressivi e disinibenti. Esiste una significativa correlazione statistica tra depressione psichica ed alcolismo, quando l’anziano è portato a sperimentare tipiche sensazioni di perdita quali la morte del coniuge, la mancanza di salute, la diminuzione del vigore fisico, la carenza del supporto familiare e la privazione del ruolo sociale e produttivo.

Older people with alcohol dependence problems desperately ne... | MENAFN.COM

GLI ALCOLISTI TARDIVI

Gli alcolisti tardivi sono quindi anziani che non hanno alterazioni significative della personalità, ma soffrono per lo più di un notevole disagio psicosociale e riconoscono uno o più eventi esistenziali che hanno preceduto e scatenato l’inizio dell’abuso alcolico.

In linea generale questi soggetti non sono mai grandi etilisti, non bevono cioè in maniera smodata ed esorbitante, ma bevono in modo continuo e con una certa regolarità, quasi ingerissero un farmaco in dosi refratte.

Un’altra area di rischio importante per l’alcolista tardivo (anziano che ha iniziato a bere in età avanzata) è la malnutrizione, spesso questi individui sono dispeptici (soffrono di cattiva digestione), gastropatici o inappetenti. Vivono in ristrettezze economiche, candidandosi ad una alimentazione scarsa ed inadeguata (ipoalimentazione).

Gli alcolisti tardivi, i cui bisogni sono primariamente sociali, tendono a mascherare ed a nascondere la loro consuetudine per una sorta di pudore che impedisce loro di rivolgersi ad altri (medico compreso) per chiedere un aiuto diverso da quello che hanno trovato nell’alcol.

Per quanto riguarda il sesso femminile, occorre dire che, per tutta una serie di motivi, arriva a scoprire l’alcol in età più avanzata rispetto al sesso opposto. La più comune spiegazione di tale fenomeno è che nella nostra cultura l’alcolismo femminile è stato considerato sempre con minore indulgenza rispetto a quello maschile perché, evidentemente, ritenuto in grave contrasto con l’immagine tradizionale della donna.

L’alcol è una sostanza tossica. Con l’età quindi, la sensibilità agli effetti dell’alcol aumenta e gli anziani sono più vulnerabili agli effetti delle bevande alcoliche a causa di una riduzione:

  • della superficie corporea
  • del rapporto liquidi/grassi corporei
  • del flusso sanguigno epatico
  • dell’efficienza degli enzimi epatici
  • un calo della reattività cerebrale
Alcohol Abuse Amongst The Elderly: A Complete Guide | Updated for 2022 -  Aging.com | Best Resources for Seniors

AUDIT-C

Un valido e semplice strumento di screening, composto da 3 sole domande, che permette di valutare il consumo di alcol e fornisce un contributo essenziale per l’identificazione precoce del consumo a rischio è costituito dall’AUDIT C.

1. Con quale frequenza consuma bevande alcoliche?

(0) punti = Mai

(1) punto = Meno di una volta / 1 volta al mese

(2) punti = 2-4 volte al mese

(3) punti = 2-3 volte a settimana

(4) punti = 4 o più volte a settimana

2. Quanti bicchieri standard di bevande alcoliche consuma in media al giorno?

(0) punti = 1 o 2

(1) punto = 3 o 4

(2) punti = 5 o 6

(3) punti = 7 o 9

(4) punti = 10 o più

3. Con quale frequenza le è capitato di bere sei o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione?

(0) punti = Mai

(1) punto = Meno di una volta / 1 volta al mese

(2) punti = 2-4 volte al mese

(3) punti = 2-3 volte a settimana

(4) punti = 4 o più volte a settimana

Punteggio: ≥ 5 per gli uomini o ≥ 4 per le donne = consumo a rischio e condizione per attuare l’intervento breve.

Questo semplice strumento può contribuire ad aiutare e ad assistere gli anziani in maniera personalizzata nel ridurre il consumo di bevande alcoliche o a smettere di bere, attraverso rinforzi positivi a coloro che si stanno astenendo dal consumo, informazioni sulle conseguenze del consumo di alcol ed intervento breve allo scopo di supportare la decisione di astenersi, o, qualora non sia possibile, ridurre il consumo di alcol.

RICORDA…

  • Per un consumo a basso rischio per la salute dell’anziano si raccomanda di non consumare più di un’unità alcolica al giorno ai pasti.
  • Per un consumo a basso rischio per la salute si consiglia di non consumare alcolici al di fuori dei pasti o a digiuno.
  • È raccomandabile non consumare in un’unica occasione vari bicchieri di bevande alcoliche.
  • Un anziano che assume farmaci, ha patologie mediche, si sente solo, ha avuto o ha problemi di alcolismo o altre dipendenze dovrebbe astenersi dal consumo di alcol.
  • Non esiste una dose minima di alcol che possa essere considerata sicura.

BIBLIOGRAFIA

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  2. Archetti Gabriele, La civiltà del vino. Fonti, temi e produzioni vitivinicole dal Medioevo al Novecento p. 999 – Atti del Convegno-Settima Biennale di Franciacorta 5-6 ottobre 2001-Centro Culturale Artistico di Franciacorta e del Sebino
  3. Marescalchi A. e Dalmasso G. Storia della vite e del vino in Italia. 3 voll. Milano, Unione Italiana Vini 1931-33-37
  4. Linee di indirizzo per gli operatori socio-sanitari finalizzate alla prevenzione e cura dei disturbi alcol-correlati nell’anziano – SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA. Azienda Unità Sanitaria Locale di Modena;
  5. Magazine il portale di chi crede nella ricerca – Fondazione Umberto Veronesi – per il progresso nelle scienze
  6. EpiCentro – Istituto Superiore di Sanità – Data di ultimo aggiornamento: 14 marzo 2019 Autori: Gruppo Tecnico Passi – Iss
  7. Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione (CREA) – Linee guida sana alimentazione (revisione 2018). BEVANDE ALCOLICHE: SE SI, SOLO IN QUANTITÀ CONTROLLATA
  8. K Bush et al. The AUDIT alcohol consumption questions (AUDIT-C): an effective brief screening test for problem drinking. Ambulatory Care Quality Improvement Project (ACQUIP). Alcohol Use Disorders Identification Test. Arch Intern Med. 1998
  9. A L Lenoir et al. Alcohol consumption in medical community. Rev Med Liege. 2019 May
  10. Carla Petrella et al. Mediterranean Diet, Brain and Muscle: Olive Polyphenols and Resveratrol Protection in Neurodegenerative and Neuromuscular Disorders. Curr Med Chem. 2021

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