Consulenza scientifica
PIÙ PIEGAMENTI SULLE BRACCIA E MENO RISCHIO CARDIOVASCOLARE
Livelli adeguati di forza muscolare hanno effetti protettivi per tutte le cause di mortalità nelle persone sane (in particolare di genere maschile) e sono stati inversamente associati all’incidenza e alla prevalenza della sindrome metabolica negli studi scientifici.
In particolare, un interessante studio recente su JAMA Network ci mostra come, in un gruppo di oltre 1000 uomini di età compresa tra 21 e 66 anni, il numero massimo di piegamenti sulle braccia era inversamente associato al rischio di eventi cardiovascolari avversi nell’arco di 10 anni. Infatti, coloro che riuscivano a fare oltre 40 piegamenti sulle braccia avevano un rischio molto ridotto, mentre chi non era in grado di farne più di 10 presentava un rischio superiore.
I risultati suggeriscono che essere in grado di fare un maggiore numero di piegamenti è associato a una minore incidenza di eventi cardiovascolari negli uomini adulti attivi.
FORZA MUSCOLARE, PREVENZIONE E STILE DI VITA
È interessante notare che, fra i partecipanti allo studio, la capacità di fare piegamenti sulle braccia era inversamente associata al rischio cardiovascolare molto di più del VO2 max, indice della fitness aerobica.
L’associazione tra rischio ridotto e la capacità di fare piegamenti è spiegata in parte con il fatto che tra coloro in grado di farne un numero maggiore c’erano:
- meno fumatori
- meno persone sovrappeso
- meno persone con valori di pressione e colesterolo elevati
In pratica, il numero di piegamenti sulle braccia è un indice anche dello stile di vita personale. Pertanto, i risultati di questo studio suggeriscono anche che è ragionevole per i medici considerare lo stato funzionale durante le valutazioni cliniche utilizzando, per esempio, domande riguardanti l’attività fisica se non si possono fare prove funzionali.
L’ESPERTO: LA FORZA MUSCOLARE RIDUCE IL RISCHIO DI MORTE
“Se una persona reagisce sorprendentemente a una malattia, si dice che è “forte”. Questo è vero anche in senso letterale”. Afferma il Prof. Marco Bonifazi, che spiega: “Infatti, in uno studio su 150.000 persone dei cinque continenti, è stato visto che la maggiore forza di pressione della mano (hand grip test) era associata a una minore mortalità in pazienti affetti da infarto miocardico, ictus, cancro, polmonite, ricovero ospedaliero per polmonite o BPCO, lesioni da caduta o frattura. Invece una forza di pressione bassa era associata a un aumento della suscettibilità alla morte cardiovascolare nelle persone che sviluppano malattie cardiovascolari. Questi risultati suggeriscono che un basso livello di forza potrebbe non avere un ruolo causale importante per l’insorgenza di cancro, cadute, fratture o la necessità di ricovero ospedaliero per malattie respiratorie, ma che potrebbe predisporre a un esito fatale se queste malattie si sviluppano“.
BIBLIOGRAFIA
- Leong DP, Teo KK, Rangarajan S, et al. Prospective Urban Rural Epidemiology (PURE) Study investigators. Prognostic value of grip strength: findings from the Prospective Urban Rural Epidemiology (PURE) study. Lancet. 2015
- Yang J, Christophi CA, Farioli A, et al. Association Between Push-up Exercise Capacity and Future Cardiovascular Events Among Active Adult Men. JAMA Netw Open. 2019
CONDIVIDI
Pensa alle persone che conosci, gli amici, la tua famiglia. Dai loro l’opportunità di stare bene, in salute. Condividi sui social quello che hai appena letto. Più condividi, più te ne saranno grati.