Consulenza scientifica
FIORI POTENZIALI NUTRACEUTICI
L’uso dei fiori come alimento non è una nuova scoperta, i Greci e Romani infatti utilizzavano i i petali di rosa per abbellire i piatti, ma anche per esaltarne le qualità organolettiche. L’uso della malva, della borragine e dell’acacia sono gli esempi più noti di un potenziale alimentare apprezzato dei fiori.
La notevole attività nutraceutica, in termini di potere antiossidante dei fiori, deriva dalla loro ricchezza in composti fenolici. L’elevata attività antiossidante è stata riscontrata non solo nei tessuti fiorali prima della loro ingestione, ma anche dopo i processi digestivi, evidenziando l’effetto bioattivo prolungato dei vari fitochimici.
I fiori hanno dimostrato un’ampia gamma di proprietà medicinali contro molte patologie.
Questa attività biologica è proporzionale al contenuto in:
- carotenoidi
- flavonoidi (soprattutto antociani)
- acidi fenolici
- vitamine
FIORI: COLORI DIVERSI, PROPRIETÀ DIFFERENTI
Non è un caso che i fiori siano particolarmente ricchi di queste sostanze fitochimiche poiché il nome antociani deriva dal greco antico “anthos” (=fiore) e “kyáneos” (=blu). Queste sostanze idrosolubili conferiscono i caratteristici colori rosso, viola o blu.
Altri pigmenti di cruciale importanza nutraceutica appartengono alla categoria dei carotenoidi che conferiscono i colori giallo e arancio. Fiori con questi colori, come le diverse specie appartenenti al genere botanico Tagetes, sono particolarmente ricchi di:
- violaxantina
- luteina
- zeaxantina
- α-caroteni
- β-caroteni
Tra i caroteni, la concentrazione di luteina ha benefici terapeutici attivi, in particolare per l’occhio umano. I fiori molto ricchi di luteina sono tipici di specie come Tagetes erecta e Tropaeolum majus.
GLI OLI ESSENZIALI E MINERALI
Altri composti fitochimici che caratterizzano i fiori sono gli oli essenziali, che sono una miscela con un alto contenuto di terpeni. Gli oli essenziali non sono esclusivi delle erbe aromatiche, come nel caso del basilico, ma sono diffusi anche in molte altre specie ornamentali, come i Chrysanthemum indicum (Crisantemi).
Significativo anche il contenuto di minerali quali il fosforo, potassio, calcio e magnesio, ma anche ferro, manganese, rame e zinco. Ad esempio, i fiori appartenenti al genere botanico Crisantemi, Garofano e Viola sono ricchi di minerali, e in soprattutto di potassio. Alcune specie appartenenti al genere botanico Monarda sono anche molto ricche di calcio e magnesio. Mentre i fiori di Calendula sono ricchi in zinco che interviene nella modulazione della funzione immunitaria.
VALORI NUTRIZIONALI
L’eterogeneità delle strutture botaniche di diverse specie di fiori è strettamente connessa con la loro rispettiva diversità chimica. Il loro valore nutritivo è fornito:
- dal polline (ricco di proteine e amminoacidi)
- dal nettare (ricco di zuccheri)
- dai tessuti della corolla (ricchi di pigmenti, vitamine e microelementi)
Il polline è per lo più ricco di carboidrati (13–55%), proteine e amminoacidi (10–40%) e in misura minore di lipidi polinsaturi (1–13%), fibre e pectine, (0,3–20%), minerali (2–6%) e piccole quantità di altre sostanze tra cui alcune vitamine (2–5%) come β-carotene, tiamina, riboflavina, niacina, acido pantotenico, acido ascorbico, biotina, acido folico e tocoferoli.
Questo fitocomplesso indica un importante ruolo nutraceutico delle sue proprietà bioattive per la salute umana. Il polline mostra attività:
- antiossidante
- antinfiammatoria
- anticancerogena
- antibatterica
- antimicotica
- epatoprotettiva
- antiaterosclerotica
- modifica o regola le funzioni immunitarie
Va sottolineato che sebbene il polline sia in grado di generare allergie, questo si verifica tipicamente nelle specie impollinate dal vento caratterizzate da polline molto piccolo capace di aerodispersione. Al contrario, le specie impollinate da insetti (come nel caso delle specie ornamentali) sono caratterizzate da polline di dimensioni maggiori che difficilmente possono causare problemi di allergia. È invece ben noto l’utilizzo del polline come alimento ricco di proprietà nutraceutiche.
Nonostante il suo contenuto limitato nell’intero fiore, il nettare costituisce una miscela equilibrata di amminoacidi e zuccheri costituita da fruttosio, glucosio e saccarosio. Il nettare contiene anche metaboliti secondari come:
- acidi organici
- acidi fenolici semplici
- terpenoidi
Sebbene gli stimmi siano meno importanti e poco studiati come componenti dei fiori commestibili, è stato riscontrato che contengono oli essenziali e carotenoidi.
La corolla, infine, è la porzione principale del fiore che essendo molto pigmentata contribuisce alla maggior parte delle proprietà salutistiche in termini di attività antiossidante grazie alla ricchezza di antociani, altri flavonoidi, carotenoidi, acidi fenolici semplici, acido ascorbico e altre vitamine.
Per quanto riguarda i fiori che possono essere mangiati, non ci sono confini chiari tra le specie commestibili e dipende dal gusto del consumatore. Alcune specie con fiori commestibili, sebbene talvolta utilizzate anche come ornamentali, sono tipiche colture medicinali come la Camomilla, la Calendula e il Tarassaco.
In altri casi, i fiori commestibili appartengono a comuni specie orticole che sono state tradizionalmente (fiore di zucchina) o recentemente (cicoria selvatica), utilizzate come alimento. Esistono anche specie con fiori commestibili coltivate a foraggere come il trifoglio.
ATTENZIONE: NON TUTTI I FIORI POSSONO ESSERE MANGIATI!
Dobbiamo però prestare attenzione a non confondere la bellezza dei fiori con la loro fruibilità come alimento, poiché alcuni possono essere tossici o velenosi sia per l’uomo che per gli animali.
La famiglia delle Ranunculaceae è un esempio di famiglia botanica ricca di specie ornamentali, ma quasi sempre tossiche. Queste comprendono le varie specie appartenenti al genere botanico Anemone, Ranuncolo, Aquilegia, Elleboro e soprattutto le specie velenose appartenenti al genere Aconito.
Alcune famiglie botaniche hanno specie i cui fiori sono commestibili, ma altre specie sono tossiche. È dunque importante non avventurarsi e sperimentare da soli senza conoscenza!
BIBLIOGRAFIA
Bibliografia
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