NUOTO AMATORIALE: I PRIMI ALLENAMENTI IN ACQUE LIBERE

Informazioni e consigli dei nostri esperti per i neofiti e tutti coloro che vogliono cimentarsi con le acque libere. Indicazioni approfondite, molte delle quali valide anche per nuotatori esperti, che assieme ad indispensabili elementi di conoscenza, possano portare gli appassionati di nuoto a gioire appieno ed in sicurezza del nostro splendido mare a contatto con la primordiale natura delle cose. Scopri di più con gli esperti di Cibum dell’Università di Siena

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Consulenza scientifica

Massimo Giuliani

Si occupa di nuoto in acque libere dal 1987. Nel 1990 entra a far parte dello staff tecnico del Settore Fondo e sino al 1993 ricopre l’incarico di responsabile della preparazione per la 25 km. Dal 1994 al 2020 ha ricoperto il ruolo di Direttore Tecnico delle Squadre Nazionali di Nuoto di Fondo. In questo ruolo, partecipa alle Olimpiadi di Pechino 2008, Londra 2012 e Rio 2016. Attualmente è il segretario della Commissione Tecnica Open Water della Federazione europea delle discipline natatorie (LEN).

SICUREZZA: I PERICOLI PIÙ COMUNI

I rischi per la sicurezza di chi pratica nuoto in mare sono in relazione a:

  • Condizioni meteorologiche marine e costiere (venti, onde, correnti)
  • Tipo di costa e tratto di mare (rocciosa, scogli affioranti, mare aperto, banchi di sabbia)
  • Traffico dei natanti
  • Imboccatura dei porti
  • Foci di fiumi
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LA PREVENZIONE

Per parlare di prevenzione è necessario introdurre in maniera corretta il concetto di rischio. Il rischio è la combinazione tra la probabilità (P) che si manifesti un certo evento dannoso e la gravità (Magnitudo, M) associata all’evento stesso. Generalmente si considera R = P x M.

Prevenire vuol dire ridurre al minimo i fattori di rischio, cioè nel mettere in atto tutte quelle precauzioni e attività per ridurre la probabilità che si verifichi un determinato evento dannoso.

Ecco alcuni consigli e linee guida per per prevenire il rischio:

  • Fare una visita medica: (come dovrebbe fare qualsiasi persona che si appresta a fare una attività fisica un poco più intensa) dal proprio medico di famiglia, quando non tesserati, o seguendo le procedure previste quando tesserati.
  • Pianificare il percorso degli allenamenti: per prevenire pericoli o difficoltà è necessario conoscere correnti, fondali tipici della zona e non allenarsi (se non esperti) con venti forti ed onde o con anche venti che spirano da terra verso il mare che potrebbero sospingerci al largo. Oppure la presenza di banchi di sabbia che creano difficoltoso il rientro. Dovremo anche stare attenti a non avvicinarci troppo agli scogli od a barriere rocciose e moli. Ovviamente il percorso va pianificato attentamente anche nella sua durata.
  • Avvertire qualcuno: informare dettagliatamente qualcuno della nostra intenzione di nuotare indicando luogo, orario e durata.
  • Mai da soli in acqua: la migliore prevenzione è rappresentata dal nuotare in gruppo od avere almeno un partner di nuotata che all’occorrenza possa prestarci aiuto o chiedere soccorso.
  • Saper fare una autoanalisi: impariamo a valutarci, a sentire ciò che il nostro corpo, ma anche la nostra mente, vogliono comunicarci. Nel caso di sensazioni strane non nuotiamo in quella giornata e se reduci e convalescenti da una malattia, aspettiamo qualche giorno, trascorrendo del tempo all’aria aperta, per poi ritornare alla nostra passione appena ci sentiamo pronti.
  • Giusta alimentazione: curiamo la nostra alimentazione, se vogliamo fare allenamento in mare non andiamo a digiuno, né avendo mangiato da meno di 2/3 ore.
  • Integrazione: manteniamoci idratati, si possono anche usare integratori idrosalini energetici approvati dal Ministero della Salute. Una raccomandazione: provateli prima di fare allenamento, magari durante una camminata, perché la loro tollerabilità è soggettiva.
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LA SICUREZZA È ANCHE AUTOCONTROLLO

L’autocontrollo consiste nel mettere in atto una ulteriore serie di azioni di cui tutti, anche i neofiti, possono beneficiare.

  • Misurare i battiti cardiaci a riposo: impariamo a misurarci la frequenza cardiaca appena alzati e ad annotarla sulla nostra agenda. Vedremo che allenandoci bene, con massima gradualità, questa tenderà entro certi limiti a diminuire. Se una mattina sarà insolitamente più alta, prestiamo attenzione, ed eventualmente, se associata ad altri sintomi, rinunciamo alla nostra nuotata.
  • Riposare: tenere sotto controllo il ritmo, la quantità e la qualità del nostro sonno.
  • Mangiare: seguire una dieta equilibrata.
  • Utilizzo delle boa da allenamento: di solito è una piccole boa gonfiabile che ci trasciniamo dietro (niente paura, frena in modo irrisorio, e poi stiamo nuotando per stare bene e in sicurezza) legandola con una cintura alla vita. Questa boa ha varie funzioni: all’occorrenza in caso di malessere o crampi può sostenerci; può contenere integratori in gel o fluidi e quindi può servire per un rifornimento; serve anche per rendere più visibili ai natanti che potrebbero transitare inavvertitamente (ed incautamente) troppo vicini alla costa.

BIBLIOGRAFIA

  1. Bonifazi M et al. Gli sport natatori. Med Sport, 62:335-77, 2009
  2. Federazione Italiana Nuoto. Manuale per Assistenti Bagnanti‬. Roma, 2019‬
  3. World Health Organization. WHO guidelines approved by the Guidelines Review Committee. Global recommendations on physical activity for health. Geneva: World Health Organization, 2010
  4. McArdle WD, Katch FI, Katch VL. Fisiologia applicata allo sport. Aspetti Energetici, Nutrizionali e Performance. Casa Editrice Ambrosiana, 2018
  5. Maglischo EW. Swimming Fastest. A Comprehensive Guide To The Science Of Swimming. Human Kinetics Publishers, 2003

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