DISTURBI ALIMENTARI: STRATEGIE MULTIDISCIPLINARI EFFICACI

I disturbi alimentari richiedono un trattamento personalizzato con un approccio multidisciplinare che integri supporto familiare, strategie nutrizionali flessibili e monitoraggio clinico. Le linee guida internazionali raccomandano protocolli integrati per affrontare patologie complesse come anoressia nervosa e ARFID. Il recupero non riguarda solo il peso, ma anche la composizione corporea e la salute metabolica, con percorsi di cura adattabili alle esigenze individuali per risultati duraturi. Scopri di più con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

lilla

Consulenza scientifica

Barbara Paolini

Medico dietologo e direttore dell’UO di Dietetica e Nutrizione Clinica presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Senese. Professore all'Università di Siena. Presidente Nazionale Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI).

DISTURBI ALIMENTARI: UNA CRESCENTE EMERGENZA

I numeri diffusi in occasione della Settimana del Fiocchetto Lilla (10-15 marzo), evento dedicato alla sensibilizzazione sui disturbi alimentari, confermano la portata del fenomeno. In Italia, si stima che circa 3,5 milioni di persone, pari al 6% della popolazione, ne soffrano. Se il 90% dei pazienti è rappresentato da donne, si assiste a un aumento dei casi anche tra gli uomini, che oggi costituiscono il 20% dei soggetti in cura nella fascia d’età 12-17 anni.

I principali disturbi diagnosticati includono anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata, disturbo evitante-restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID) e altre forme di disturbi alimentari non altrimenti specificati.

Un aspetto particolarmente allarmante è il progressivo abbassamento dell’età d’esordio. Negli ultimi anni, i primi sintomi sono stati riscontrati già tra gli 8 e i 9 anni, una tendenza che potrebbe essere collegata a due fattori principali:

  • Anticipo della pubertà, soprattutto nelle bambine, con conseguenze dirette sulla percezione del proprio corpo.
  • Influenza dei social media, che espongono i più giovani a modelli estetici irraggiungibili e alimentano il confronto con standard di bellezza irrealistici.

La crescente incidenza dei disturbi alimentari sottolinea l’importanza della prevenzione e dell’educazione a un rapporto sano con il cibo e con il proprio corpo. Sensibilizzare i giovani, le famiglie e la società è un passo fondamentale per contrastare un fenomeno sempre più diffuso e preoccupante.

DISTURBI ALIMENTARI: UNA MINACCIA PER LA SALUTE CON ALTO RISCHIO DI MORTALITÀ

I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono condizioni complesse che richiedono un approccio multidisciplinare per una gestione efficace. La loro gravità non si limita agli aspetti psicologici, ma può portare a complicanze mediche severe, rendendo fondamentale l’intervento tempestivo di specialisti.

Il trattamento di queste patologie coinvolge una rete di esperti, tra cui psichiatri, pediatri, psicologi, dietisti e specialisti in medicina interna. Questa collaborazione è essenziale per affrontare non solo i sintomi psichici, ma anche le conseguenze fisiche che possono derivare da malnutrizione, squilibri metabolici e danni agli organi.

I disturbi alimentari rappresentano la principale causa di morte tra le malattie psichiatriche. In particolare, l’anoressia nervosa ha un tasso di mortalità 5-10 volte superiore rispetto a quello della popolazione generale della stessa età e sesso. Ogni anno, in Italia, queste patologie sono responsabili di circa 4.000 decessi, sottolineando l’urgenza di interventi mirati per prevenire e curare la malattia nelle sue fasi iniziali.

Data la gravità della situazione, è fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di riconoscere precocemente i sintomi e di rivolgersi a strutture specializzate. Una diagnosi tempestiva e un supporto adeguato possono fare la differenza nel percorso di guarigione, riducendo il rischio di complicanze e migliorando la qualità della vita dei pazienti.

CRESCONO I CASI DI ANORESSIA NERVOSA E ARFID

Negli ultimi anni, l’incidenza dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) in età pediatrica e adolescenziale ha registrato un incremento significativo. L’Unità operativa semplice di Anoressia e disturbi alimentari dell’Ospedale Bambino Gesù ha evidenziato un aumento del 38% nell’attività clinica dal 2020 al 2024, con un incremento dei day hospital, passati da 1.820 a 2.420.

I dati mostrano un preoccupante abbassamento dell’età di esordio dei disturbi alimentari. Le nuove diagnosi tra i bambini sotto i 10 anni e tra gli 11-13 anni sono aumentate del 50%, passando da 59 casi nel 2019 a 89 nel 2024. Questo trend conferma la necessità di un’attenzione maggiore alla prevenzione e all’intervento precoce.

Analizzando la distribuzione delle diagnosi, emerge un aumento significativo dell’anoressia nervosa e del disturbo evitante-restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID), rispettivamente cresciuti del 68% e del 65% rispetto al 2019. Complessivamente, le nuove diagnosi di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono aumentate del 64%, passando da 138 casi nel 2019 a 226 nel 2024.

NUOVE STRATEGIE NUTRIZIONALI PER IL RECUPERO

Un recente studio condotto dal Centro per la cura dei disturbi alimentari di Villa Miralago e dall’Università di Milano ha approfondito il ruolo di alcuni marcatori chiave nella riabilitazione nutrizionale dei pazienti con anoressia nervosa. La ricerca ha analizzato parametri antropometrici e di composizione corporea in 79 pazienti ricoverati per almeno sei mesi, effettuando valutazioni all’inizio del percorso e dopo 3 e 6 mesi.

I dati hanno evidenziato che:

  • L’apporto calorico ha influenzato prevalentemente il recupero della massa grassa nelle fasi iniziali.
  • L’assunzione proteica è risultata cruciale per preservare la massa magra e favorire la rigenerazione cellulare.
  • Il rapporto tra calorie e proteine ha determinato variazioni dinamiche nella composizione corporea, dimostrando che la nutrizione deve essere adattata progressivamente alle esigenze del paziente.

Questa ricerca conferma che non esiste un’unica strategia nutrizionale valida per tutti i pazienti, ma che il trattamento deve essere flessibile e personalizzato, garantendo un recupero non solo del peso, ma anche della salute metabolica e corporea complessiva.

VERSO UN APPROCCIO PIÙ CONSAPEVOLE

L’aumento dei casi di disturbi alimentari e la loro crescente complessità richiedono strategie di intervento sempre più sofisticate. Il coinvolgimento della famiglia, il supporto di un’équipe multidisciplinare e l’adozione di protocolli nutrizionali mirati rappresentano elementi fondamentali per garantire un percorso di cura efficace e sostenibile nel tempo.

    BIBLIOGRAFIA

    1. Treasure J, Duarte TA, Schmidt U. Eating disorders. The Lancet, 2020.
    2. American Psychiatric Association. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5). American Psychiatric Publishing, 2013.
    3. NICE. Eating disorders: recognition and treatment. National Institute for Health and Care Excellence, 2017.

    CONDIVIDI

    Pensa alle persone che conosci, gli amici, la tua famiglia. Dai loro l’opportunità di stare bene, in salute. Condividi sui social quello che hai appena letto. Più condividi, più te ne saranno grati.

    Lascia un commento

    Devi loggarti per inserire un commento.