Consulenza scientifica
COME L’ALIMENTAZIONE INFLUENZA L’INSULINA E IL PESO
L’alimentazione può influenzare profondamente il funzionamento del nostro cervello, in particolare la sua risposta all’insulina, un ormone prodotto dal pancreas che, tra le sue funzioni principali, aiuta a regolare l’appetito e prevenire l’eccessivo consumo di cibo. Secondo uno studio pubblicato su Nature Metabolism, bastano appena cinque giorni di consumo abbondante di cibo spazzatura per generare alterazioni nel cervello in grado di favorire sovrappeso e obesità.
Lo studio ha esaminato come la resistenza insulinica si sviluppi a livello cerebrale in risposta a variazioni della dieta. È noto che una ridotta sensibilità del cervello all’insulina è associata a un incremento del grasso viscerale e a cambiamenti nei comportamenti alimentari. Tuttavia, non era chiaro se una dieta ricca di grassi, zuccheri e calorie in eccesso potesse innescare rapidamente questi processi.
La ricerca ha coinvolto 29 volontari, tutti giovani, sani e senza problemi di peso. Per garantire risultati più omogenei, sono stati selezionati esclusivamente uomini, poiché uomini e donne rispondono in modo diverso all’insulina. Tra i partecipanti, 18 hanno seguito per cinque giorni una dieta ipercalorica, consumando 1.500 calorie aggiuntive sotto forma di snack dolci e salati, oltre alla loro abituale alimentazione. Il resto del gruppo ha continuato con la propria dieta abituale, fungendo da gruppo di controllo.
I risultati suggeriscono che anche un breve periodo di eccessi alimentari può modificare il modo in cui il cervello gestisce i segnali dell’insulina, favorendo potenzialmente l’aumento di peso e lo sviluppo dell’obesità. Studi futuri analizzeranno se questi effetti si manifestano anche nelle donne e in che misura possano essere reversibili.

COME CAMBIA L’ATTIVITÀ DEL CERVELLO CON UNA DIETA IPERCALORICA
Per comprendere come il cibo spazzatura influisca sul cervello, i ricercatori hanno monitorato l’attività cerebrale dei partecipanti prima, durante e dopo l’esperimento, utilizzando la risonanza magnetica funzionale. Durante il test, ai volontari è stata somministrata un’elevata dose di insulina per via nasale, permettendo agli scienziati di valutare la reazione del cervello a questo ormone.
Dopo cinque giorni di dieta ipercalorica, il gruppo che aveva consumato cibi ultra-processati mostrava una maggiore attività in tre aree cerebrali coinvolte nelle scelte alimentari e nel sistema di ricompensa. Questo schema di attivazione è simile a quello riscontrato in soggetti con obesità o resistenza insulinica, suggerendo che anche un breve periodo di alimentazione scorretta possa indurre alterazioni nel metabolismo cerebrale.
Dopo sette giorni dalla fine dell’esperimento, le anomalie nel sistema di ricompensa cerebrale sono scomparse. Tuttavia, i partecipanti che avevano seguito la dieta ricca di grassi e zuccheri continuavano a mostrare una ridotta attività in due aree cerebrali legate alla memoria e alla risposta agli stimoli visivi relativi al cibo. Questo potrebbe significare che un’alimentazione scorretta abbia effetti prolungati su alcuni meccanismi cognitivi e comportamentali.
Un altro dato rilevante è l’aumento del grasso epatico nei partecipanti alla dieta ipercalorica, un segnale preoccupante per la salute metabolica. Tuttavia, non sono stati osservati cambiamenti significativi nel peso corporeo, nella sensibilità insulinica periferica o nella percezione dell’appetito.

ANCHE POCHI GIORNI DI ECCESSI POSSONO DANNEGGIARE LA SALUTE
Molti pensano che concedersi qualche giorno di eccessi alimentari non abbia ripercussioni significative sulla salute. Tuttavia, la scienza dimostra il contrario: anche un breve periodo di alimentazione scorretta può innescare cambiamenti metabolici e neurologici che persistono nel tempo. Oltre all’accumulo di grasso epatico, già evidenziato dallo studio pubblicato su Nature Metabolism, esistono altre conseguenze negative che possono manifestarsi rapidamente, sia a livello fisico che cerebrale.
I cibi ricchi di grassi saturi, zuccheri raffinati e calorie in eccesso alterano il metabolismo già nei primi giorni di consumo, determinando:
- Aumento della glicemia e dell’insulino-resistenza: un eccesso di zuccheri provoca picchi glicemici, costringendo il pancreas a produrre più insulina. Nel tempo, questo meccanismo può portare a una ridotta sensibilità all’ormone e favorire lo sviluppo del diabete di tipo 2.
- Accumulo di grasso viscerale: il surplus calorico, se non immediatamente utilizzato, viene immagazzinato sotto forma di grasso addominale, aumentando il rischio di sindrome metabolica e malattie cardiovascolari.
- Infiammazione sistemica: una dieta ricca di cibi ultra-processati può stimolare la produzione di citochine pro-infiammatorie, molecole che favoriscono lo sviluppo di patologie croniche come arteriosclerosi e steatosi epatica.
Il cibo spazzatura non si limita a influenzare il corpo: ha un impatto diretto anche sul cervello, alterando circuiti neurali e funzioni cognitive. Alcuni studi hanno evidenziato che:
- Compromette la memoria e l’apprendimento: una dieta ricca di grassi e zuccheri può ridurre la plasticità sinaptica e ostacolare la funzione dell’ippocampo, la regione cerebrale responsabile della memoria a lungo termine.
- Aumenta il desiderio di cibi calorici: il consumo di alimenti ultra-processati stimola il rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore del piacere, creando una sorta di “dipendenza alimentare” simile a quella osservata nelle tossicodipendenze.
- Riduce il controllo dell’appetito: alterando la risposta dell’insulina e della leptina (ormone della sazietà), una dieta ipercalorica può portare a una sensazione di fame persistente e favorire l’alimentazione incontrollata.

IL RECUPERO NON È IMMEDIATO: SERVE UNA DIETA EQUILIBRATA
Uno degli aspetti più preoccupanti è che, anche dopo aver interrotto la dieta ipercalorica, alcuni effetti negativi possono persistere. Il cervello e il metabolismo non tornano immediatamente alla normalità, e la tendenza a desiderare cibi ad alta densità calorica può protrarsi nel tempo. Per invertire questi processi, è fondamentale:
- Ridurre il consumo di grassi saturi e zuccheri raffinati
- Aumentare l’apporto di fibre, proteine magre e grassi sani (come quelli di olio extravergine d’oliva, pesce e frutta secca)
- Praticare attività fisica regolare per ripristinare la sensibilità all’insulina
- Favorire il consumo di cibi ricchi di antiossidanti, come frutta e verdura, per ridurre lo stress ossidativo
BIBLIOGRAFIA
- Kullmann S, Heni M, Veit R, et al. The impact of high-calorie diets on brain insulin action in humans.Nature Metabolism, 2020.
- Bruce-Keller AJ, Salbaum JM, Berthoud HR. Harnessing gut microbes for mental health: Effects of diet on the gut microbiome and behavior.Experimental Biology and Medicine, 2018.
- Ludwig DS, Ebbeling CB. The Carbohydrate-Insulin Model of Obesity: Beyond ‘Calories In, Calories Out’.JAMA Internal Medicine, 2018.
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