GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE MENTALE: 3 MILIONI SOFFRONO DI DISTURBI

La depressione, i disturbi d’ansia e altre condizioni psichiatriche spesso rimangono nascoste agli occhi meno attenti. Si tratta di disturbi che non sempre si manifestano in modo evidente, e molte persone che ne soffrono vengono definite "pazienti fantasma". Questi individui vivono una sofferenza silenziosa, spesso celata a causa del forte stigma sociale che ancora circonda le malattie mentali. Ignorare i segnali di sofferenza, sia individuali che collettivi, rappresenta un grave errore. Riconoscere i sintomi e intervenire tempestivamente può fare la differenza, permettendo a chi soffre di disturbi mentali di intraprendere un percorso di cura adeguato e di migliorare la qualità della propria vita. Scopri di più con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

depressione

ECCO PERCHÉ DOBBIAMO PARLARNE

Secondo i dati epidemiologici, pubblicati in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale celebrata il 10 ottobre, in Italia circa il 5% della popolazione – pari a 3 milioni di persone – soffre di disturbi psichici gravi. Questo dato sale al 10% se si considerano anche le patologie più lievi, come gli attacchi di panico, che seppur meno gravi, risultano comunque altamente invalidanti. Questi numeri evidenziano la necessità di una maggiore consapevolezza e di interventi efficaci.

I dati delle sorveglianze Passi e Passi d’Argento dell’Istituto Superiore di Sanità rivelano che circa il 6% degli adulti presenta sintomi depressivi. Anche se complessivamente questa percentuale è in lieve calo, tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni si registra un preoccupante aumento. Il fenomeno coinvolge prevalentemente le donne (7%), le persone che vivono da sole (7%), quelle che affrontano difficoltà sociali o economiche (19%), chi è in una condizione lavorativa precaria (8%) o con un basso livello di istruzione (10%) e chi soffre di malattie croniche (11%). Molte di queste persone non trovano le risposte necessarie all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, che fatica a soddisfare le crescenti richieste di assistenza.

Ma perché i disturbi mentali sono in aumento? Cosa sta accadendo nella nostra società? Gli esperti suggeriscono che l’aumento dei casi diagnosticati possa essere legato sia ai fattori esterni, come le crisi economiche e le guerre, che all’aumento della consapevolezza verso queste problematiche. Nel corso dell’ultimo secolo, la ricerca scientifica sui disturbi mentali ha compiuto passi da gigante, supportata dai progressi nella psicofarmacologia e dalle campagne di prevenzione che hanno contribuito ad una migliore comprensione della sofferenza psichica.

DISTURBI D’ANSIA E DEPRESSIONE: L’IMPORTANZA DI RICONOSCERE ANCHE I SINTOMI ATIPICI

I disturbi d’ansia e la depressione maggiore rappresentano due delle condizioni psichiatriche più comuni, ma l’attenzione non dovrebbe limitarsi ai casi conclamati. Esiste, infatti, un’ampia gamma di sintomi e caratteristiche “sotto soglia”, che non raggiungono i criteri clinici per una diagnosi formale ma che fanno parte di un vasto spettro di disturbi mentali. Questi sintomi, spesso trascurati, possono influire profondamente sulla vita quotidiana delle persone, influenzando scelte familiari, sentimentali, scolastiche e lavorative, e possono aumentare il rischio di sviluppare disturbi conclamati nel tempo.

È essenziale comprendere che la salute mentale non si esaurisce solo nei disturbi diagnosticabili, ma si manifesta in un continuum che coinvolge la popolazione generale. Ignorare questi segnali “atipici” o sottovalutarli può portare a una maggiore vulnerabilità, favorendo l’insorgenza di patologie più gravi. Tuttavia, nonostante i progressi della ricerca e della consapevolezza, la discriminazione verso i disturbi mentali è ancora fortemente radicata nella nostra società.

Un aspetto paradossale è che la lotta contro lo stigma, in alcuni casi, viene portata avanti in modo distorto. Invece di normalizzare il fatto che avere un disturbo mentale è del tutto simile a soffrire di una malattia fisica, si tende a negare il riconoscimento dello status di patologia alle malattie del cervello. Questo fenomeno, anziché ridurre la discriminazione, la amplifica, allontanando i pazienti dalle cure necessarie. Quando una persona crede di non essere davvero malata, è meno incline a cercare aiuto medico e a seguire un trattamento farmacologico, un pensiero che spesso viene rafforzato dal parere di amici e familiari.

Quante volte capita che a una persona che soffre di un disturbo mentale venga detto: “Ce la puoi fare da sola”? È una frase che non diremmo mai a qualcuno che sta avendo un infarto, eppure è una risposta comune ai pazienti con patologie psichiatriche. Questa errata convinzione scoraggia il ricorso a cure specialistiche, rafforzando l’idea che la mente e il corpo siano entità separate. Ma il cervello è un organo come tutti gli altri, e la sua malattia non può essere trattata con meno attenzione rispetto a quella di altri organi vitali.

Il dualismo mente-corpo, che ha pervaso il pensiero umano per secoli, non ha alcun fondamento scientifico nel terzo millennio. È un retaggio del passato che deve essere superato per permettere un approccio più moderno e integrato alla salute mentale, dove i disturbi psichici siano trattati con la stessa urgenza e serietà delle malattie fisiche.

COME NASCONO I DISTURBI MENTALI E L’IMPORTANZA DI UN APPROCCIO PERSONALIZZATO

In psichiatria, esiste sempre una componente di vulnerabilità individuale che può essere di natura genetica o neurobiologica, e rappresenta il principale fattore di rischio per lo sviluppo di un disturbo mentale. Tuttavia, gli eventi di vita stressanti possono agire come fattori scatenanti, facendo emergere una patologia in soggetti predisposti. Quando questa vulnerabilità è particolarmente accentuata, il disturbo può manifestarsi anche in assenza di fattori esterni rilevanti, o a seguito di eventi di routine che per molte persone sono parte della vita quotidiana, come un cambiamento scolastico o un trasloco.

Per contro, anche individui generalmente resilienti possono sviluppare disturbi mentali a causa di eventi estremamente stressanti, che altrimenti non avrebbero mai manifestato sintomi. Ciò dimostra quanto i sintomi dei disturbi mentali siano estremamente variabili non solo da disturbo a disturbo, ma anche da individuo a individuo. Ogni persona rappresenta un caso unico, e questa complessità richiede un’attenzione particolare alla sofferenza soggettiva e alle difficoltà di adattamento nelle sfere sociale, familiare, scolastica e lavorativa.

Per diagnosticare un disturbo mentale, non basta la presenza di sintomi specifici; è fondamentale che vi sia una sofferenza soggettiva o una compromissione del funzionamento psicosociale. Questo è il punto cruciale: non si dovrebbe mai ignorare la propria sofferenza psichica, né quella degli altri, così come i cambiamenti nel comportamento e nel funzionamento quotidiano.

Le terapie oggi a disposizione in ambito psichiatrico offrono molteplici opzioni, soprattutto nel campo della psicofarmacologia. La possibilità di personalizzare il trattamento è fondamentale: ogni piano terapeutico deve essere adattato non solo alla patologia principale del paziente, ma anche alle eventuali condizioni mentali e fisiche concomitanti. Inoltre, un approccio combinato, che integri la psicoterapia con il trattamento farmacologico, si è rivelato il più efficace. È attraverso questo doppio intervento che si ottengono i migliori risultati, permettendo al paziente di affrontare e superare le sue difficoltà.

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