Consulenza scientifica
LIQUIRIZIA: UNA RADICE DOLCE DALLE MOLTEPLICI PROPRIETÀ
La liquirizia, conosciuta con il nome botanico Glycyrrhiza glabra, significa letteralmente “radice dolce”. Questa denominazione deriva dal fatto che l’apparato radicale della pianta produce il classico “bastoncino” che, una volta messo in bocca e succhiato, rilascia la sua caratteristica e aromatica dolcezza. Non solo si ottengono i tradizionali bastoncini, ma dalla liquirizia si ricava anche un estratto che, attraverso un processo di lavorazione e solidificazione, viene trasformato in gustose scaglie o caramelle nere.
Le proprietà medicinali e dissetanti della liquirizia sono note fin dall’antichità. Appartenente alla famiglia delle Fabacee, la Glycyrrhiza glabra è una leguminosa conosciuta per i suoi numerosi benefici per la salute. Nonostante questa sia la specie più famosa del genere Glycyrrhiza, esistono circa venti specie diverse all’interno di questo gruppo botanico.
CONSUMO DI LIQUIRIZIA E IPERTENSIONE: RISCHI E BENEFICI DA CONSIDERARE
La liquirizia, pur essendo conosciuta per i suoi molteplici benefici per la salute, può influire significativamente sulla pressione sanguigna. Questo effetto è particolarmente rilevante per chi soffre di pressione alta o bassa.
Effetti della liquirizia sulla pressione sanguigna
Il consumo di liquirizia è consigliato a chi soffre di pressione bassa grazie alla sua capacità di elevarla. Tuttavia, chi soffre di pressione alta deve moderarne l’uso, poiché i derivati della glicirrizina presenti nella radice possono causare un aumento della pressione sanguigna.
Meccanismo d’azione della glicirrizina
I derivati della glicirrizina inibiscono un enzima che trasforma il cortisolo in cortisone. Questo porta a livelli elevati di cortisolo nel sangue, inducendo una condizione di eccesso apparente di mineralcorticoidi nei reni. Questo fenomeno aumenta la resistenza vascolare sistemica, con conseguente aumento della pressione sanguigna.
Complicazioni a lungo termine
L’assunzione prolungata e eccessiva di liquirizia può causare ipernatriemia, un disturbo elettrolitico caratterizzato da alti livelli di sodio nel sangue, e una carenza di potassio. Questo squilibrio elettrolitico porta a un aumento del volume dei liquidi nel corpo, che può risultare in gravi complicazioni, soprattutto per i pazienti con malattie cardiovascolari preesistenti.
BENEFICI DELLA LIQUIRIZIA: DALLA TRADIZIONE ALLA SCIENZA MODERNA
La liquirizia è da sempre apprezzata per i suoi numerosi benefici, sia nella medicina popolare che nella moderna ricerca scientifica. Diversi studi hanno evidenziato come i composti della Glycyrrhiza glabra presentino proprietà antinfiammatorie, antivirali, epatoprotettive e antiulcerose.
Proprietà medicinali della liquirizia
I flavonoidi contenuti nella liquirizia mostrano una notevole capacità di inibire le infiammazioni delle vie aeree dell’apparato respiratorio. Questo la rende particolarmente utile per calmare la tosse e i fenomeni asmatici, grazie alla sua azione espettorante e secretolitica. Inoltre, i flavonoidi della liquirizia apportano benefici anche ai disturbi infiammatori intestinali.
Azione contro la dispepsia funzionale e l’ulcera
I sintomi della dispepsia funzionale includono pienezza addominale, dolore epigastrico, eruttazione, gonfiore addominale, sazietà precoce, nausea, vomito, rigurgito, bruciore di stomaco e perdita di appetito. Nel 2011, uno studio ha valutato l’efficacia di un estratto di Glycyrrhiza glabra in pazienti affetti da dispepsia funzionale. I risultati hanno mostrato una significativa riduzione dei sintomi, migliorando notevolmente la qualità della vita dei soggetti trattati. L’estratto si è dimostrato sicuro e ben tollerato.
Effetti anti-Helicobacter pylori e ulcera gastrica
Uno studio sui flavonoidi glabridina e glabrene, presenti nella radice di liquirizia, ha rivelato una potente attività anti-Helicobacter pylori. Inoltre, l’estratto di liquirizia ha mostrato benefici significativi su tutte le forme di infezione da questo batterio. La liquirizia priva di glicirrizina si è dimostrata efficace nell’alleviare le ulcere della mucosa gastrica. Gli effetti curativi della liquirizia sono noti da tempo, e studi clinici condotti a partire dagli anni ’70 hanno confermato il suo potenziale nel trattamento delle condizioni ulcerative e dei disturbi gastrointestinali, come l’ulcera peptica, le afte e le malattie infiammatorie intestinali.
LIQUIRIZIA: VALORI NUTRIZIONALI
Nutriente | Quantità per 100g |
Energia | 365 kcal |
Acqua | 6 g |
Proteine | 4.7 g |
Lipidi | 0.05 g |
Carboidrati | 93.55 g |
Fibra totale | 0.2 g |
Zuccheri | 70 g |
Amido | 1 g |
Calcio (Ca) | 912 mg |
Ferro (Fe) | 1.1 mg |
Magnesio (Mg) | 6 mg |
Fosforo (P) | 56 mg |
Potassio (K) | 36 mg |
Sodio (Na) | 50 mg |
Zinco (Zn) | 0.05 mg |
Rame (Cu) | 0.2 mg |
Manganese (Mn) | 0.05 mg |
Vitamina B1 | 0.02 mg |
Vitamina B2 | 0.01 mg |
Vitamina B6 | 0.01 mg |
Vitamina C | 0.1 mg |
Niacina | 0.1 mg |
Folati totali | 2 µg |
Vitamina E | 0.2 mg |
BIBLIOGRAFIA
- AlDehlawi, H., & Jazzar, A. (2023). The Power of Licorice (Radix glycyrrhizae) to Improve Oral Health: A Comprehensive Review of Its Pharmacological Properties and Clinical Implications. Healthcare, 11(21), 2887. https://doi.org/10.3390/healthcare11212887
- Ming, D. S., Hillhouse, B. J., Guns, E. S., & DeWitt, D. L. (2020). Traditional Uses, Pharmacological Effects, and Molecular Mechanisms of Glycyrrhiza glabra L.: A Review. Frontiers in Pharmacology, 11, 842. https://doi.org/10.3389/fphar.2020.00842
- Öztürk, B., Öztürk, G., Yildirim, M., & Temiz, T. (2017). Phytochemical Constituents and Pharmacological Effects of Licorice: A Review. Springer, 35(2), 143-159. https://doi.org/10.1007/s11101-017-9507-0
- University of Illinois Chicago. (2022, April 6). Researchers look to licorice for promising cancer treatments. ScienceDaily. Retrieved May 26, 2024 from www.sciencedaily.com/releases/2022/04/220406132005.htm
- Wang, Z., Hu, Y., & Liang, J. (2011). Antimicrobial and Anti-inflammatory Effects of Licorice Extract on Helicobacter pylori and Gastric Mucosa: A Double-blind Clinical Study. Journal of Ethnopharmacology, 137(3), 1025-1031. https://doi.org/10.1016/j.jep.2011.07.047
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