LA PALLANUOTO: REGOLE E MECCANISMI ENERGETICI

La pallanuoto nasce in Gran Bretagna nella seconda metà del 1800 come disciplina maschile e debutta, prima fra gli sport di squadra, ai Giochi Olimpici di Parigi nel 1900 diventando così la più antica disciplina olimpica non individuale. Storicamente, le varie competizioni internazionali sono state dominate dalle nazioni europee, ma il gioco si è sviluppato ed è divenuto popolare anche in America settentrionale, Asia e Australia. Scopri di più con gli esperti di Cibum dell'Università di Siena

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Consulenza scientifica

Marco Bonifazi

Specialista in Medicina dello Sport, è Professore associato di Fisiologia
presso il Dipartimento di Biotecnologie mediche dell’Università di Siena. Coordinatore tecnico del Centro Studi e Ricerche della Federazione Italiana Nuoto. Ha partecipato, come medico e dirigente tecnico a otto edizioni dei Giochi Olimpici, dal 1988 al 2016.

QUALCHE CENNO STORICO

L’Italia ha una grande tradizione nella pallanuoto. La nostra squadra maschile ha esordito ai Giochi Olimpici di Anversa del 1920, ma coglie i primi grandi successi nell’immediato dopoguerra vincendo le Olimpiadi di Londra del 1948.

In seguito rinnoverà i successi ai Giochi Olimpici di Roma nel 1960 e alle Olimpiadi di Barcellona del 1992, giungendo anche seconda a quelle di Montreal del 1976 e terza alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952 e di Atlanta nel 1996.

La pallanuoto femminile nasce in Olanda, dove già ai primi del 1900 si svolgeva un campionato nazionale. Tuttavia la sua storia internazionale è molto più recente: essa inizia con la Coppa del Mondo nel 1979 e sarà definitivamente sancita con l’introduzione della specialità, per la prima volta, ai Giochi Olimpici di Sydney 2000. Più recentemente, solo per citare le medaglie olimpiche, l’Italia femminile ha vinto le Olimpiadi di Atene 2004 ed è arrivata seconda a quelle di Rio 2016, mentre la squadra maschile ha conquistato la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Londra 2012 e quella di bronzo a Rio.

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LE REGOLE

I regolamenti nazionali e internazionali della pallanuoto attuale prevedono quattro tempi di 8 minuti di gioco effettivo con intervalli di recupero di 5 minuti tra il secondo e il terzo tempo e di 2 minuti dopo il primo e terzo tempo.

La durata complessiva di una partita internazionale è di solito compresa fra 52 e 60 minuti, con una media di circa 55 minuti. Le dimensioni massime del campo sono di 30×20 metri per i maschi e di 25×17 metri per le femmine con una profondità minima dell’acqua di 1.80 metri, mentre le porte sono larghe 3 metri e alte 90 cm. Il peso del pallone deve essere compreso fra 400 e 450 grammi.

IL MODELLO FUNZIONALE DELLA PALLANUOTO

Tutti e tre i meccanismi energetici contribuiscono in modo importante, seppure in misura variabile, alla fornitura di energia durante il gioco. Comunque la domanda anaerobica è sicuramente elevata in conseguenza delle caratteristiche d’intermittenza, ad alta intensità e con brevi recuperi, dell’esercizio.

Per quanto riguarda il potenziale aerobico, le misure del VO2 max riportate in letteratura indicano valori medio – alti (sino a 60 ml/kg/min e oltre) in rapporto agli altri sport di squadra, a supporto di quanto sottolineato in precedenza.

Per quanto concerne, invece, la capacità e la potenza anaerobica risulta che i giocatori presentano la possibilità di tollerare accumuli di lattato nel sangue discretamente elevati, ma soprattutto di accumulare il lattato molto rapidamente anche per sforzi massimali molto brevi.

Riguardo infine all’economia della locomozione i giocatori di pallanuoto di elite presentano, a pari velocità, un costo energetico della nuotata superiore rispetto ai nuotatori dello stesso livello, spiegabile con una tecnica peggiore a velocità costante. Tuttavia il pallanuotista deve avere un’efficienza elevata nelle improvvise variazioni di velocità per le quali egli è sicuramente più abile del nuotatore.

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L’ESPETO: ANALISI DELLA PARTITA

“Melchiorri et al. (2010) hanno misurato le concentrazioni nel sangue di acido lattico in sei partite ufficiali della squadra nazionale. Il valore medio del lattato ematico è stato di 7.7 mmol/l con una grande variabilità (valori compresi tra 2.2 e 14.3 mmol/l) riguardo alle varie fasi del gioco”. Indica il Prof. Marco Bonifazi che spiega: “I valori maggiori sono stati misurati nel centro-boa dopo fasi di particolare impegno. I metri di nuoto percorsi dai giocatori in totale durante una partita sono stati mediamente circa 1600 (circa 1300 dai centro-boa e circa 1800 dai difensori) dei quali oltre il 25% ad alta intensità (velocità superiori a 1,8 m/s)”.

UN TEST SPECIFICO DI VALUTAZIONE DEL PALLANUOTISTA

Melchiorri et al. hanno anche validato un test a navetta per la valutazione della capacità di prestazione natatoria del pallanuotista. Il test consiste di due serie di 120 metri intervallate da due minuti di recupero. Ogni serie prevede quattro scatti da 10 metri, due scatti da 20 metri e uno scatto da 40 metri. I 20 e 40 metri sono nuotati ripetendo più volte un percorso lineare di 10 metri delimitato da due boe e il cambio di direzione avviene senza appoggio a terra o a una parete.

All’interno della serie, l’intervallo di recupero tra i singoli impegni ha un rapporto di 1:1 con la durata dello sforzo. La velocità media del test navetta, di ripetibilità ottima, è ben correlata con i metri totali percorsi e, soprattutto, con i metri totali nuotati ad alta intensità durante partite ufficiali.

Inoltre la velocità media nella navetta è correlata anche con la velocità di nuoto a 4 mmol/l di lattato ematico indicando che il test fornisce informazioni anche sul livello di potenza aerobica del giocatore.

BIBLIOGRAFIA

  1. Bonifazi M, Marugo L, Armentano N, Camillieri G, Colombo G, Crescenzi S, Felici A, Mattiotti S, Melchiorri G, Giombini A, Sardella F, Benelli P, Gatta G, Zamparo P, Saini G. Gli sport natatori. Med Sport, 62:335-77, 2009
  2. Melchiorri G, Castagna C, Sorge R, Bonifazi M. Game activity and blood lactate in men’s elite water-polo players. J Strength Cond Res, 24:2647–2651, 2010
  3. Melchiorri G, Manzi V, Padua E, Sardella F, Bonifazi M. Shuttle swim test for water polo players: validity and reliability. J Sports Med Phys Fitness, 49:327-30, 2009
  4. Smith HK. Applied Physiology of Water Polo. Sports Med, 26:317-334, 1998

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